L’Istat dice che il Pil cresce più del previsto, Gentiloni contento ma con prudenza, l’Ue invita a non creare illusioni. Ma forse c’è un “problema Istat”. O no?

di ROMANO LUSI – A quanto pare in Italia c’è da qualche tempo un problema Istat. I dati che fornisce periodicamente e con frequenza sempre maggiore o contrastano tra loro o contrastano con quelli dell’Unione europea, per non aggiungere che spesso contrastano con la realtà vissuta dalla gente. C’è da augurarsi che chi di dovere ci metta le mani al più presto e faccia chiarezza, nell’interesse di tutti.

L’ultimo dato è di oggi. Eccolo: il Pil italiano nel terzo trimestre del 2017 è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua. Ne è rimasto piacevolmente sorpreso, per primo, lo stesso presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E giustamente, anche se accompagnando il commento ad una buona dose di prudenza, come del resto fa di solito, con apprezzamento sempre crescente da parte dell’opinione pubblica rispetto al suo predecessore.

La  rilevazione dell’Istat si riferisce alla stima preliminare sul Prodotto interno lordo. I dati – si precisa – sono corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. La variazione acquisita del Pil, quella che si registrerebbe in caso di crescita congiunturale nulla negli ultimi tre mesi dell’anno, per il 2017 è pari all’1,5%. Sarebbe così già centrata la previsione del governo, contenuta nella nota di aggiornamento al Def, che appunto indica per l’anno in corso un rialzo dell’1,5%. Ma…

…C’è un ma dell’Unione Europea. Che fa sapere:  “Sul documento programmatico di bilancio dell’Italia per il 2018 “prenderemo decisioni la settimana prossima, non voglio pregiudicare nulla. Il fatto è che, come tutti possono vedere dai numeri, la situazione in Italia non migliora. La sola cosa che posso dire è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la situazione reale”.  Queste sono le parole del vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen in conferenza stampa al termine del collegio dei commissari a Strasburgo, in collegamento con Bruxelles.

“Si tratta – continua Katainen – del futuro del welfare italiano, della salute dell’economia italiana. Saprete di più sulla questione la settimana prossima”. Tuttavia, gli è stato obiettato, la crescita economica dell’Italia nel 2017 è all’1,5%, livello che il Paese non vedeva da tempo (e molto di più del +0,9% stimato dalla Commissione nel maggio scorso).

 Katainen ha replicato spiegando di avere in mente “solo i dati pubblicati nelle previsioni economiche di autunno, che mostrano chiaramente una deviazione dall’obiettivo di medio termine, quando guardiamo al saldo strutturale. Non abbiamo dati segreti”.

A sua volta il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici ha detto chiaramente, la settimana scorsa, che la differenza tra le valutazioni di Roma e quelle di Bruxelles “non avranno conseguenze procedurali”. Alla domanda se sia d’accordo o dissenta dall’affermazione del collega francese, il politico finlandese risponde: “Abbiamo avuto una discussione molto approfondita sulla situazione complessiva di bilancio nell’Unione economica e monetaria, specialmente in Italia”. “L’orientamento di base – continua Katainen – è che dobbiamo essere onesti. Con tutti i Paesi, non solo con l’Italia. Ma dobbiamo essere onesti e far conoscere ai cittadini la situazione reale“. Alla gente può non piacere “ciò che dice la Commissione, ma dobbiamo essere onesti. Specialmente nei Paesi in cui ci sono elezioni in vista, la gente deve sapere qual è la situazione reale, e poi possono decidere liberamente quello che vogliono decidere”.

 

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