L’invito a girarsi dall’altra parte se il vicino fa qualcosa che mette a rischio la salute pubblica

di SERGIO SIMEONE* – Roberto Speranza, ministro della Sanità, intervistato da Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa” di domenica scorsa aveva anticipato che nel Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) che stava per essere varato sarebbero state probabilmente vietate (poi nel testo definitivo solo “sconsigliate”) le feste private eccessivamente affollate perché sono risultate essere tra le principali fonti di diffusione del contagio da coronavirus. Alla domanda di Fazio “ma come farete a controllare che il divieto venga effettivamente rispettato”, il ministro aveva riposto che innanzitutto lui aveva fiducia nel senso di responsabilità degli italiani, che avrebbero rispettato la legge spontaneamente, e poi aveva aggiunto che contava anche sulla possibilità che alle autorità giungessero  segnalazioni di eventuali violazioni.

Apriti cielo! E’ subito partito sui social il fuoco di sbarramento delle “opinioniste” d’accatto Maria Giovanna  Maglie e Daniela Santanchè, che hanno bollato quel contare sulle segnalazioni come un invito ai vicini a fare le spie, cosa  oltremodo spregevole da accostare ai metodi della Stasi (la famigerata polizia segreta della DDR). Dal che si evince che avvisare le autorità che sta per essere commessa una violazione di legge non è da ritenere espressione di senso civico, ma un atto ignobile. Pertanto, tanto per fare un esempio, se vedo che stanno per rubare una macchina  o sento  provenire dall’appartamento del vicino delle grida, devo chiudere occhi ed orecchie e farmi i fatti miei. Ma questa non è omertà, cosa ben più spregevole di una segnalazione?

Un furto o una bastonatura, però, mi si obietterà,  son reati ben diversi da una festa privata. Certo che sono diversi, perché nei primi casi si ledono i diritti di singoli, nel secondo si lede il diritto alla salute della collettività. E comunque stupisce che questa ripugnanza per la collaborazione dei privati a garantire il rispetto della  legalità venga  da quegli stessi ambienti che a suo tempo hanno visto con favore la costituzione delle cosiddette ronde padane, tanto che un ministro della Lega, Roberto Maroni, le ha addirittura istituzionalizzate con apposito  decreto nel 2009. Ed hanno esultato quando un altro ministro della Lega, Matteo Salvini, con la legge sulla legittima difesa approvata un anno fa  ha incoraggiato i cittadini ad armarsi per sostituire le forze dell’ordine nelle loro funzioni di tutela della pubblica sicurezza.

Dobbiamo allora presumere che se Roberto Speranza avesse detto che i vicini, essendo venuti a conoscenza che si sta svolgendo una festa privata, anziché fare delle segnalazioni, sarebbero autorizzati ad irrompere  nell’appartamento bastonando tutti i partecipanti, avrebbe ricevuto il plauso convinto della Maglie e della Santanchè?

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato dirigente del Sindacato Scuola della Cgil

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