Circa 400 detenuti sono evasi dal carcere di Aine Zara, nella periferia sud di Tripoli, durante gli scontri che hanno portato il capo del governo Sarraj a proclamare lo stato di emergenza. Lo annuncia la polizia giudiziaria. “I detenuti sono riusciti a forzare le porte e uscire”, dopo “un tumulto e una rivolta” dovuti a combattimenti tra milizie rivali in prossimità del carcere. Intanto,a Tripoli si combatte per l’ottavo giorno consecutivo. Secondo il Governo di accordo nazionale, il bilancio è di 47 morti e 129 feriti.
Il consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj (nella foto con la scorta militare) ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli per gli scontri tra milizie intorno alla capitale. La decisione è stata assunta “per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili”, recita il comunicato ufficiale del governo di unità nazionale. Intanto, diversi media locali riferiscono dell’avanzata a sud della 7/a Brigata, con violenti combattimenti lungo la strada verso l’aeroporto.
Il consiglio presidenziale condanna gli scontri, definendoli “un attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti” perché l’obiettivo della rivolta, a giudizio del governo Sarraj “è quello di interrompere il processo pacifico di transizione politica” cancellando “gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese”.
Il consiglio presidenziale ammonisce le milizie a “rispettare la tregua” e interrompere ogni azione militare verso la capitale. I media intanto rilanciano i proclami della 7/ma Brigata, che afferma di avanzare lungo la direttrice sud nei pressi dell’aeroporto.
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