Le cento domande alle quali ha risposto Giuseppe Conte nella tradizionale conferenza stampa di fine anno del capo del governo

Per tre ore Giuseppe Conte ha parlato, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, dell’attività del governo (con vari riferimenti anche a quello che ha presieduto prima di questo) rispondendo pacatamente  – dopo una sua breve introduzione – alle domande rivoltegli (spesso anche tre o più a testa) dai 37 giornalisti di altrettante testate (stampate, radiotelevisive e online) sorteggiati tra tutti coloro che erano presenti, senza sottrarsi neanche alle più insidiose, neanche a quelle che riguardano i suoi possibili traguardi futuri. Complessivamente ha risposto a oltre un centinaio di domande.

Eccone la sintesi, suddivisa per argomenti, seguendo la traccia dell’Adnkronos.

AZIONE DI GOVERNO – «Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti. Questo spazio temporale ci consentirà di programmare meglio le nostre iniziative di governo» dice Conte. «Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri – spiega il presidente del Consiglio – addirittura è stato uno sprint a ostacoli. Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l’Iva da disinnescare. Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l’incremento dell’Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia». Conte aggiunge: «Gennaio sarà l’occasione per fermarsi un attimo a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l’azione di governo». A tal proposito sarà definito un ”cronoprogramma”.

«Non vogliamo promettere delle cose irrealizzabili, nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili – scandisce – ci sono degli obiettivi molto chiari, programmatici, che a gennaio verranno declinati sulla base delle priorità. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese, riscoprire il senso di comunità, lavorare come una squadra e vogliamo rivolgerci a tutti i cittadini sollecitando fiducia nei confronti della politica, che non deve promettere cose che non può mantenere, deve essere credibile». «Se la politica si presenta credibile, determinata, convinta nel perseguire obiettivi alla portata, le riforme che i cittadini attendono da anni – aggiunge il premier – la politica farà il suo compito, senza proclami, senza gesti eclatanti, senza lasciarsi distrarre da polemiche. La politica non ha bisogno di conflitti e nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Non possiamo sprecare questa occasione d’oro, le polemiche e i distinguo non ci fanno bene». «Il metodo di lavoro di questo governo – sottolinea ancora – si basa sul confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi”. ”Ho visto la stampa che ironizza su di noi: chiama questo governo, il governo delle riunioni e dei vertici – rileva poi – I vertici servono per alimentare il confronto, i vertici non sono litigi. Io non sono mai stato a litigare su poltrone o altro’».

L’APPELLO AI PARLAMENTARI – «In questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene neppure all’azione di governo», dice e lancia un “pubblico appello”: se ci sono parlamentari in dissenso con il proprio partito, rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all’interno dei partiti. Quanto alla possibile nascita di gruppi ‘contiani‘ in Parlamento, non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento: non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani».

CONTE TER? NO, PER CARITA’ – Conte esclude un suo terzo ‘mandato’ a palazzo Chigi replicando a un giornalista: ‘”Ipotizzabile un Conte tre?” «No, per carità…». Precisando: «Non dobbiamo cadere nella tentazione di poter realizzare domani quel che si può realizzare oggi – avverte – Mettiamoci anche nella prospettiva di una forza politica. Una forza politica che oggi contribuisce alle soluzioni di governo, quale credibilità può avere di fronte al proprio elettorato dicendo ‘facciamo così, andiamo a votare, datemi fiducia perché io realizzerò le cose che potrei realizzare oggi…’. E’ uno scenario inverosimile, si perde credibilità”. ”Noi oggi, qui – rimarca – dobbiamo realizzare le riforme che potremmo realizzare domani e non c’è altra prospettiva. Se non c’è questo impegno, allora poi ne trarremo tutti le conseguenze. Questo è scontato. Se non c’è un impegno, una determinazione a operare in questa direzione, ne dovremmo trarre tutti le conseguenze, ci mancherebbe. Non è che posso fare il presidente del Consiglio senza il pieno e determinato e convinto sostegno delle forze politiche che sostengono la maggioranza. Però, dico che sarebbe una grande sconfitta per tutti e sarebbe una sconfitta che si pagherebbe elettoralmente”.

Se cade il Conte bis, ”io non vedo un altro governo ma non dipende da me – dice ancora – Questa è una scelta rimessa al presidente della Repubblica e su questo non posso dire una parola di più. Mi sembra, personalmente, uno scenario inverosimile. Ma, quello che voglio dire, sarebbe davvero una prospettiva molto negativa per tutte le forze politiche andare a votare e chiedere la fiducia per fare qualcosa che si potrebbe fare adesso…” ribadisce. Quanto alle sue personali ambizioni o tendenze, “non vedo il mio futuro politico con un partito“.

ELEZIONI REGIONALI – Poi le regionali. Bisogna dare la giusta importanza agli appuntamenti elettorali sul territorio che si preannunciano già a fine gennaio, non bisogna affatto trascurare che da quelle competizioni ricaveremo dei dati politici che alimenteranno il dibattito e che potranno anche avere un riverbero sul piano nazionale, ma vorrei chiarire che stiamo sempre parlando di competizioni elettorali circoscritte sul piano territoriale, non sarà un referendum a favore o contro il governo” afferma il presidente del Consiglio.

PRESSIONE FISCALE – “Vogliamo agire per abbassare la pressione fiscale. Sul fisco puntiamo a semplificare, rimodulare o ridurre le aliquote – spiega Conte – Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è combattere contro l’evasione fiscale”. Quanto alla rimodulazione dell’Iva, questa “non è all’ordine del giorno”. “Dobbiamo valutare l’impatto che avranno le misure anti-evasione”, dice il premier, aggiungendo che “arriveremo all’inizio dell’anno successivo al 2021 a restituire ai singoli cittadini anche 2.000 euro di superbonus”. Mentre “sulla flat tax riteniamo che una articolazione ci debba essere e che debba essere anche rispettato il principio della progressività dell’imposizione”. E poi ”dobbiamo mettere mano in modo organico e sistematico alla giustizia tributaria”.

CONTI PUBBLICI – “Il nostro debito pubblico è elevato sicuramente ma ricordiamo che i nostri fondamentali sono molto saldi e che il nostro debito pubblico è per la maggior parte nelle nostre mani. E questo fa la differenza. Abbiamo un cospicuo risparmio privato” afferma il presidente del Consiglio, sottolineando la necessità di “governi credibili, coerenti che parlino con voce univoca” per evitare un innalzamento dello spread “come è stato già sperimentato”. Il problema, aggiunge, “non è un problema di risorse che abbiamo anche incrementato. Ormai la diagnosi è molto chiara. Il problema è riuscire a spenderle. Da gennaio ci concentreremo su come spendere bene ed efficacemente intervenendo sui centri di spesa, snellendo la burocrazia e semplificando il quadro regolatorio”.

PA E RIFORMA BUROCRAZIA – “Se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la pubblica amministrazione”, soprattutto sul piano della ”digitalizzazione”, si potrà fornire un “volano” per la crescita economica, osserva Conte. E, ancora, “vogliamo snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudersi che questa riforma sia facile, ecco perché occorre un orizzonte temporale minimamente ampio”, rimarca il premier, che avverte: “Sarà una riforma che scontenterà molti”.

DECRETI SICUREZZA – “E’ nel nostro programma l’intervento sui decreti sicurezza, per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Il decreto sicurezza bis è stato varato dal Cdm in una versione diversa. La versione originaria teneva ben conto delle premure del presidente Mattarella” dice Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno. “Cento giorni son pochi, adesso però potremo lavorare” e “sarà uno dei temi del confronto di gennaio”, assicura il presidente del Consiglio.

MIGRANTI – Riguardo all’immigrazione, “il problema non è porto aperto o porto chiuso. Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era tenere” i migranti “più o meno giorni in mare” spiega il premier. “Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori, il tema non è tutti contro Salvini – puntualizza – Ho commesso anche io degli errori e sono disponibile ad ammetterli. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema ‘porto aperto porto chiuso’, questo l’ho detto in tutte le occasioni – rimarca – Se ho commesso errori me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni”.

CASO GREGORETTI – Sulla vicenda della nave Gregoretti “sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto”. “Ho fatto già una verifica – aggiunge – per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c’è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione”. “In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva – prosegue – voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l’istruttoria”.

Poi, rispondendo a chi, durante la conferenza stampa a Villa Madama, gli chiede se la Lega e Salvini possano mettere a rischio la stabilità democratica del Paese, il premier replica: ”Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico”, ma ”secondo me è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership…”.

PRESCRIZIONE – Poi il tema spinoso della prescrizione. “Ritengo che una prescrizione che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione che di condanna, non è un obbrobrio giuridico, c’è in Germania, c’è in Francia, in altri Paesi” rileva il presidente del Consiglio. “Sicuramente – aggiunge – il problema è abbinare dei meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo. Quando a gennaio entrerà in vigore questa norma, gli effetti non si avranno subito, occorreranno 3-4 anni”. “E’ ovvio che le varie forze politiche su questo tema hanno delle differenti sensibilità ma credo che su questo obiettivo ci ritroveremo tutti – prosegue – Sono a conoscenza del disegno di legge presentato dal Pd, lo capisco, ma siamo in dirittura d’arrivo per accelerare i tempi della giustizia penale e introdurre garanzie per la durata ragionevole del processo penale”.

INFRASTRUTTURE – “Dobbiamo lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorarle e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo visto fino a qui non ci piace affatto. Serve una manutenzione più efficace, ordinaria e straordinaria” dice Conte sottolineando la necessità di salvaguardare il territorio e di puntare anche al Mezzogiorno. “Stiamo lavorando a un piano strutturale per il Sud, anche con le Ferrovie dello Stato e di altri soggetti coinvolti”, spiega.

PONTE DI GENOVA – ”Il sistema Italia lo abbiamo sperimentato con il modello Genova”, in occasione della costruzione del nuovo Ponte Morandi. ”Mi riferisco alla grande ferita del 14 agosto 2018 che tutti portiamo nel cuore. Da lì è nato il riscatto, il riscatto di Genova e di tutta l’Italia. In soli 20 mesi riusciremo a realizzare un ponte modello di tecnologia. Alla fine sarà un record” dice Conte.

INTERVENTO PUBBLICO – Quanto all’intervento pubblico in alcuni settori, “è chiaro che con la globalizzazione la competizione sì è spostata in uno spazio globale e ci dobbiamo misurare in modo diverso rispetto al passato. Ritengo che ovviamente la soluzione preferibile sia quella di mercato – osserva il premier – ma è anche vero che ormai in un scenario così complesso è chiaro che un intervento pubblico mirato, specifico, soprattutto a supporto di alcuni settori e presidi produttivi può rivelarsi strategico per gli interessi nazionali e per poter competere più efficacemente in uno spazio non più europeo ma globale”.

Lo Stato, in alcuni settori, sottolinea ancora Conte rispondendo a una domanda dell’Adnkronos, “può entrare in gioco” e questo “non vuole dire che lo Stato debba agire con dirigismo economico o privilegiare la nazionalizzazione. Lo Stato in alcuni casi punta anche a un intervento minimale come quello che stiamo progettando per Taranto. Non prevediamo che lo Stato finisca per essere un produttore siderurgico ma lo Stato può intervenire a fianco di un partner industriale forte, globale per garantire alcuni obiettivi”.

POPOLARE DI BARI – Sulla Popolare di Bari “anche lì lo Stato interviene e fa di necessità virtù per mettere in sicurezza il risparmio dei cittadini. In prospettiva non escludiamo una soluzione di mercato“. “Non ho interloquito con nessun vertice e non ho mai contattato i vertici amministrativi della Popolare di Bari – spiega poi Conte – Questo dossier non nasce come un fungo, era una situazione monitorata”. In quelle ore, aggiunge il premier riferendosi al giorno in cui è stato convocato il Consiglio dei ministri per affrontare la questione, “Banca d’Italia stava completando la procedura di commissariamento. Ero stato preavvertito. Avevamo gli sportelli e i mercati aperti e non potevamo creare allarme. Sono stato omissivo, sono stato costretto a farlo e me ne assumo la responsabilità. Ma sapevo che la procedura si stava concretizzando”, aggiunge Conte riferendosi alle dichiarazioni rilasciate da Bruxelles quel giorno prima della convocazione del Cdm. “Appena tornato a Roma, quando la procedura su Popolare di Bari si stava concretizzando ho subito convocato il Consiglio dei ministri”, sottolinea.

ALITALIA – “Alitalia è una compagnia in difficoltà ma con asset che fanno gola a molti. Non vogliamo regalarla – mette in chiaro – Per questo stiamo cercando di ristrutturarla per offrirla a soluzioni di mercato”. “Stiamo interloquendo con l’Ue” per quanto riguarda il prestito ponte per Alitalia. “L’interlocuzione è sempre preventiva ed è costante. Non voglio ipotecare l’esito ma confidiamo di non aver difficoltà” afferma il presidente del Consiglio.

AUTOSTRADE – Per la questione delle concessioni ad Autostrade per l’Italia “il procedimento è in corso. Confidavo di poter completare l’istruttoria entro il mese, slitteremo di un po’ ma siamo in dirittura finale” dice il premier che comunque non si sbilancia sull’esito di questo procedimento. “In questo momento – rileva – non mi sento di dire che esito sarà ma deve essere ben chiaro che non vogliamo fare sconti a nessun privato. Tuteliamo l’interesse pubblico”. E ricorda che nel decreto legge Milleproroghe “abbiamo introdotto una norma che non riguarda solo Aspi ma tutti i concessionari. Abbiamo eliminato privilegi inaccettabili, perché c’era una sperequazione nelle convenzioni e alcune erano sproporzionate nei vantaggi ai privati rispetto agli svantaggi al pubblico”. Conte rileva inoltre che il rapporto della Corte dei Conti “è stato scioccante e inaccettabile”.

LIBIA – Sulla Libia “c’è stata e c’è un’incessante attività diplomatica da parte dell’Italia spesso non visibile” dice Conte, ricordando di aver sentito nei giorni scorsi “il presidente Erdogan e il presidente Putin”. “C’è un costante dialogo per esortare tutti e indirizzare tutti verso una soluzione politica“, aggiunge il premier. E per cercare di ottenere un cessate un fuoco in Libia è necessario, ribadisce, “convincere tutti e indirizzare tutti e creare una grande pressione”. “Ecco perché si è intensificata la nostra iniziativa diplomatica, ecco perché il ministro Di Maio è stato di recente in Libia – aggiunge – ecco perché ci torneremo, stiamo lavorando anche con gli altri Paesi dell’Ue per tornare subito a farci risentire anche a livello di ministri degli Esteri e con la conferenza di Berlino”.

MATTARELLA – Parlando del Capo dello Stato, Conte rileva: “E’ l’opinione della stragrande maggioranza degli italiani, c’è la massima riconoscenza per come il presidente Mattarella sta interpretando il suo magistero, con equilibrio, con saggezza, è veramente il presidente di tutti gli italiani. La fase politica ha attraversato momenti molti difficili e lui ha dimostrato delle grandi qualità e di saper interpretare con spirito condiviso quello che è il ruolo del Presidente della Repubblica, dando un’alta testimonianza di quello che è un senso di responsabilità e di rispetto delle istituzioni”. “Non spetta a me votare il nuovo presidente della Repubblica, sarei ben favorevolea una rielezione di Sergio Mattarella, dice il presidente del Consiglio, “ma sono decisioni che non passano dalla mia volontà”.

Commenta per primo

Lascia un commento