L’Accademia della Crusca a Radio Cusano Campus: “La lingua italiana da inserire nella Costituzione ma la parola ‘razza’ deve restare”

di SERGIO TRASATTI/ In occasione dei 70 anni della Costituzione della Repubblica italiana, a Radio Cusano Campus è intervenuto il professor Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca. Marazzini al microfono di Fabio Camillacci per la trasmissione “La Storia Oscura”, ha parlato dello stato di salute della nostra lingua dicendo: “La lingua italiana sta bene, semmai sono gli italiani che possono stare male perché qualche volta hanno un rapporto non perfetto con la propria lingua;ovviamente non tutti. O perché la usano male o perché talvolta la sottovalutano, o la disprezzano: non a caso siamo all’ultimo posto nell’indagine OCSE sul livello di alfabetizzazione”.

La lingua italiana da inserire nella Costituzione? A questa domanda il professor Claudio Marazzini ha risposto dicendo: “Ci sono delle sentenze della Corte Costituzionale, c’è una legge del 1999 che considera l’italiano la lingua ufficiale in Italia, la lingua come bene culturale. Certo, sarebbe bello che l’italiano fosse inserito nella nostra Costituzione ma abbiamo visto che è molto complicato andare a toccare la prima parte della nostra carta costituzionale, cioè i principi generali. Forse è meglio lasciare le cose come stanno altrimenti si incomincia a voler cambiare tutto magari a cominciare da quella storia della parola razza”.

La parola ‘razza’ deve restare nella nostra carta costituzionale? A tal proposito, il presidente dell’Accademia della Crusca, ai microfoni della Radio dell’Università Niccolò Cusano  ha precisato:” E’ meglio non togliere la parola ‘razza’ perché è un’indicazione precisa, cioè non che esistono le ‘razze’ scientificamente parlando in quanto la Costituzione non è un testo di scienza, però la parola ‘razza’ indica qualche cosa che nell’opinione comune è ben radicato e quando dico al cittadino tu non devi discrimanare in nome della ‘razza’, è evidente che il cittadino capisce quello che non deve fare. Al contrario se io lo cancello dalla Costituzione siamo sicuri poi di non spuntare un’arma di difesa molto chiara e comprensibile a tutti?”. Parole che hanno già sollevato un dibattito in Parlamento (nella foto: il presidente Marazzini).

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