La tragedia del Titanic rivive nel libro di un teenager foggiano

15 anni, studente del liceo Perugini di Foggia, ama la letteratura ed il fascino di epoche ormai dimenticate, ma questo non lo fa sentire estraneo alla realtà che lo circonda. Quando legge notizie in cui ci sono suoi coetanei protagonisti negativi di aggressioni o altri episodi resta profondamente amareggiato e vorrebbe far comprendere loro come possono esserci alternative più costruttive e belle da vivere. Luigi Lo Storto è l’autore del romanzo Titanic. Un’avventura indietro nel tempo, ambientato nel 1912: l’anno in cui, il 15 aprile, il transatlantico affondò durante il viaggio inaugurale

Il libro – che non sarà in vendita ma saranno donate copie ad un’associazione per raccogliere fondi per una iniziativa di solidarietà in favore dei ragazzi meno fortunati – è una nuova pagina dell’incredibile storia del Titanic arricchita da un punto di partenza: le notizie fornite da un parente di un superstite.

“Ho scritto questo libro come se fossi impegnato in un viaggio, aggiungendo ogni giorno, per quasi due anni, pagine su pagine fino ad arrivare alla conclusione della mia avventura. È stata una esperienza incredibile che consiglio ad ogni mio coetaneo come valida alternativa a distrazioni più tecnologiche o come mezzo per allontanarsi da situazioni pericolose”.

Qualche giorno fa il giovane scrittore pugliese è stato ricevuto dal Rettore dell’Università di Foggia, Pierpaolo Limone (foto a destra), che si è voluto congratulare con lui per l’opera realizzata e per aver voluto lanciare messaggi positivi ai suoi coetanei.

Il libro – Il romanzo narra le vicende di Luigi, un adolescente dei nostri giorni, appassionato di storia, il quale frequenta abitualmente la bottega di un antiquario, dove riesce a trovare alcuni preziosi reperti del Titanic. Un sortilegio lo proietta nel passato, sul celebre transatlantico in navigazione, proprio nei giorni che ne precedono la collisione con un iceberg e l’affondamento. A bordo del Titanic, Luigi incontrerà dei coetanei che lo aiuteranno a ritrovare un libro rubato. Non un volume qualunque, ma una lussuosa versione del «Rubaiyat», raccolta di versi attribuiti all’astronomo Omar Khayamm, vissuto in Persia tra l’XI e il XII secolo.

Quella che ha scritto Luigi Lo Storto è una storia fantasiosa e al tempo stesso ben documentata storicamente, ma dietro il racconto avverti dell’altro: una struggente nostalgia per un passato di cui lo scrittore sente il fascino, ma anche l’estrema fragilità.

 

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