LA TRAGEDIA DEL POLLINO/ Presto i primi indagati. Il procuratore Facciolla ha acquisito documenti in municipio

di PAOLO OROFINO –

CIVITA (Cosenza) – Concluse ieri le operazioni di soccorso, il procuratore di Castrovillari,
Eugenio Facciolla
(foto a destra), si è mosso. Ha fatto acquisire carte al municipio di Civita dai carabinieri forestali e a strettissimo giro adotterà precise determinazioni. Il fascicolo aperto ieri, contro ignoti, avrà ben presto nomi e cognomi. Per le prime iscrizioni nel registro degli indagati è questione di giorni o di ore. Un atto dovuto, conseguente alle risultanze dopo il primo giorno d’indagine e la lettura di alcune delle carte prelevate in municipio. Fra questa carte, in particolare, c’è qualche delibera dell’anno in corso, che non convince del tutto il magistrato inquirente. L’attenzione è focalizzata soprattutto su una deliberazione dello scorso mese di febbraio, con cui si cercava di regolamentare gli accessi alle gole del Raganello, dove appunto si è verificata la tragedia con dieci vittime accertate, travolte dal torrente in piena, per effetto di un forte temporale nella sovrastane zona montana.

Regolamento di fruizione delle gole del Raganello” recita l’allegato all’atto deliberativo, firmato sei mesi fa dal sindaco di Civita, Alessandro Tocci. Poi la delibera non ha avuto un seguito concreto, sembrerebbe in conseguenza di alcune proteste, e quindi non è avvenuta subito dopo la necessaria condivisione dell’atto con gli altri Comuni ricadenti nell’area del Raganello. Ma aldilà dell’effetto pratico o meno della deliberazione, va rimarcato che lo scorso febbraio un’amministrazione comunale ha cercato di regolamentare gli accessi alle suggestive gole, divenute una grande attrattiva turistica. E se si cerca di regolamentare un flusso significa che si era percepita una situazione che andava maggiormente controllata. Tale percezione, però, potrebbe costituire una prova a dimostrazione della consapevolezza degli amministratori, non solo comunali, ben a conoscenza che le gole del Raganello fossero diventate quasi come un’area pic-nic e che fossero oggetto di un flusso turistico quotidiano e organizzato, da guide autorizzate e “non autorizzate”.

Il termine “non autorizzate” ci è stato anche accennato dal presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, in riferimento alla sciagura dell’altro ieri. Pare, infatti, che la guida del gruppo in escursione, che figura purtroppo fra le dieci vittime, non fosse una guida autorizzata dall’Ente Parco, come diverse altre guide “non autorizzate”, che ogni giorno accompagnano nel canyon del Raganello decine e decine di persone. Le accompagnano partendo dal centro storico di Civita. Una pratica consolidata nel tempo, nota a tutti, riteniamo pure ai gestori dell’Ente Parco, ma “non autorizzata”.

Il procuratore Facciolla, partendo da tale ambiguità di fondo, cercherà di chiarire una serie di aspetti, incluso quello relativo alla diffusione dell’allerta meteo di colore giallo per il giorno della tragedia. L’allerta con codice giallo (rosso e arancione sono i gradi successivi di pericolosità dell’evento meteorologico) di per sé non implica criticità allarmanti, ma in condizioni e situazioni di normalità. Certamente con un codice giallo non si chiudono le scuole o si interrompono preventivamente iniziative ordinarie, come per esempio un comizio in campagna elettorale. L’escursione nelle gole del Raganello, però, potrebbe essere ritenuta dalla magistratura un’iniziativa straordinaria, già con un grado di rischio insito, indipendentemente dalle previsioni meteo. In tal caso l’allerta di colore giallo, diramata dalla protezione civile, potrebbe aver un peso nell’inchiesta giudiziaria. I reati ipotizzati dalla Procura vanno dall’omissione di atti d’ufficio all’omicidio plurimo colposo.

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