di SERGIO TRASATTI/ Sono passati 40 anni da quel drammatico 27 giugno del 1980, quando il volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, partito da Bologna Borgo Panigale e diretto a Palermo Punta Raisi, precipitò in mare nei pressi dell’isola di Ustica. Uno dei tanti misteri d’Italia tra depistaggi e altro. Fu abbattuto da un missile sparato da un aereo da caccia di altra nazionalità impegnato in una battaglia sui cieli del mar Mediterraneo? Oppure c’era una bomba a bordo? A distanza di 40 anni, nessuna verità certa e nessun colpevole. Nella strage, morirono tutti gli 81 occupanti del DC-9, tra passeggeri ed equipaggio; oggi si è svolta la consueta cerimonia commemorativa a Bologna per ricordare le vittime e per non dimenticare.
Il messaggio di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha scritto: “Non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”.
Le parole del premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha ricordato quel drammatico evento con un post su Facebook in cui si legge: “La strage di Ustica, che 40 anni fa costò la vita a 81 persone, è una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese. L’impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia. Non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale”.
Alla cerimonia commemorativa di Bologna era presente anche il presidente della Camera. Roberto Fico ha dichiarato: “E’ chiaro che Ustica è una ferita immensa per tutto il nostro Paese. Ustica, come ho sempre ricordato, deve essere una questione di Stato e tutto lo Stato deve sentire il senso profondo di questa ferita. Noi siamo un Paese grande, una Repubblica forte, ma su questa vicenda dobbiamo fare tutti molto di più. Io come sapete non mi fermerò mai, perché questa non è una ricerca della verità che può appartenere ad una parte del Paese, è una questione di Stato e come tale va trattata”.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Fico, il presidente del Senato. Elisabetta Casellati ha detto: “A 40 anni dalla strage che provocò 81 vittime innocenti, Ustica merita giustizia. Avevo fortemente voluto una riunione del Consiglio di Presidenza per la desecretazione degli atti ma purtroppo, nonostante la mia buona volontà, non si è raggiunto un accordo. Mi auguro si arrivi presto ad una definizione necessaria ad accertare i fatti e contribuire a fare quella chiarezza che l’Italia intera reclama. Ogni giorno senza verità sul disastro del DC-9 dell’Itavia rappresenta una sconfitta per l’Italia e le sue istituzioni”. Tante belle parole e tante buone intenzioni da parte delle istituzioni, come accade d’altronde da quel 27 giugno di 40 anni fa; sta di fatto però che la strage di Ustica resta avvolta nel mistero. Tutti colpevoli, nessun colpevole.
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