LA SPERANZA DI UNA SINISTRA UNITA. E’ SOLO UN SOGNO?

di STEFANO CLERICII have a dream: la sinistra unita. Certo, per molti è un sogno e per altri è un incubo. E’ un sogno per i meno giovani che con orgoglio si ostinano a non voler rottamare un passato che, pur con tutti i suoi errori, è stato e rimane glorioso. E’ un sogno, però, anche per tanti giovani e giovanissimi che non si rassegnano a un mondo dove sembrano farsi strada solo i “rampanti”, dove l’immagine vale più della conoscenza e l’apparire conta più dell’essere, dove la pancia prevale spesso sul cuore sulla mente, mentre affari e potere fanno scempio dell’autentica passione civile.

E’ un incubo, invece, per gli arrivisti d’ogni razza e casacca. Per chi ha come unica bandiera il proprio tornaconto, personale o politico. Per chi vede come un pericoloso nemico chiunque osi “disturbare il manovratore”. Per chi se ne frega dei diritti conquistati dai cittadini in decenni di lotta, pagando persino a volte un tributo di sangue.

I have a dream! Ma potrà mai avverarsi? Nel Pd torna ad aleggiare l’ombra della scissione. Massimo D’Alema, nell’incontro organizzato a Roma nel centro Frentani, ha detto chiaramente che se – come molto probabile – Matteo Renzi si rifiuterà di indire un congresso anticipato, scatterà inevitabilmente il “liberi tutti”. Facendo intravedere la nascita di un nuovo soggetto politico di sinistra già capace, secondo i sondaggisti, di raccogliere oggi oltre il 10 per cento dei consensi. Magari anche di più se Pierluigi Bersani e i suoi dovessero finalmente rendersi conto che il vero padrone di quella che chiamano “casa loro” li ha già sfrattati da un pezzo.

Contemporaneamente, va avanti il tesseramento di Sinistra Italiana, la formazione che riunisce ex “rifondaroli” e fuoriusciti dal Pd, in vista del congresso in programma a Rimini dal 19 al 21 febbraio. Altra formazione che, stando sempre ai sondaggi, un 5 o 6 per cento potrebbe raccoglierlo. E poi Civati con il suo “Possibile” (anche se non è “Podemos“). C’è, infine, tutto quell’esercito di brave persone che una volta votavano sinceramente Pd e che ormai da qualche turno elettorale a questa parte la domenica del voto preferiscono starsene a casa o andare a fare una passeggiata. Quanti sono in percentuale? Difficile calcolarlo, ma se vediamo gli ultimi dati sull’astensionismo, se si svegliano e si rimettono in moto sono in grado di far vincere chiunque.

I have a dream! Vedere tutta questa gente una buona volta insieme, spogliata da ogni egoismo, da ogni furbizia e da ogni rancore. A costruire, per il bene di tutti, una nuova-vecchia forza che restituisca al popolo progressista l’orgoglio e la possibilità di dire e fare davvero qualcosa di sinistra. Tanto più che la destra ha ormai la faccia dei parenti poveri di Donald Trump e di Marine Le Pen e quel partito che aveva le sue radici nel socialismo riformista ha oggi il volto e i vizi dei nipotini della peggior Dc.

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