La scoperta a Pompei che sposta la data dell’eruzione del Vesuvio al 17 ottobre del 79 d.C.

Un’iscrizione a carboncino supporta la teoria che la data dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia sia avvenuta non il 24 agosto, come si è pensato finora, ma il 17 ottobre dell’anno 79 dopo Cristo.

È una delle ultime scoperte venute alla luce dagli scavi nella Regio V di Pompei. La scritta è, infatti, datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre.

Il ministro Alberto Bonisoli (a sinistra) e il sovrintendente Massimo Osanna mostrano la scritta su un muro degli scavi di Pompei che proverebbe uno spostamento di data dell’eruzione del Vesuvio dal 24 agosto al 17 ottobre del 79 d.C. (foto Ansa di Ciro Fusco)

Il merito potrebbe essere di “un operaio buontempone che lo ha scritto sul muro di una stanza in ristrutturazione”, all’interno di una frase scherzosa. Lo ha detto il direttore generale Massimo Osanna. “E’ un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri”.

“Una scoperta straordinaria”. È così che il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, definisce il ritrovamento dell’iscrizione che supporta le teorie secondo cui l’eruzione possa essere successiva al 24 agosto. Il ministro in una nota sottolinea “ciò che i nuovi scavi rappresentano, ossia l’eccezionale competenza del nostro Paese”.

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