Mattarella delude i sostenitori di un governo “a tempo” e convoca Gentiloni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una foto di archivio ANSA/ANGELO CARCONI

Si è concluso alle 18,30 di ieri sera il giro di consultazioni con tutti i gruppi politici rappresentanti alla Camera e al Senato apertosi giovedì sera. E, subito dopo che è uscita dal suo studio la delegazione del Pd, Sergio Mattarella ha fatto una breve dichiarazione, che sembrava aver messo un freno alle anticipazioni e alla  ipotesi più accreditata di affidamento dell’incarico al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni di formare un nuovo governo, ma anche un freno alle pressioni che in particolare M5s e Lega hanno fatto per elezioni subito.

In sostanza Mattarella ha ribadito che il nostro Paese ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni. Vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni, scadenze che vanno affrontati e rispettati. Si tratta di adempimenti e scadenze sia interni sia internazionali, oltre alla necessità di provvedere alle esigenze di coloro che sono stati colpiti dal disastro del terremoto”. Ciò vuol dire, secondo gli esegeti del pensiero del capo dello Stato, nessun limite di durata vincolante al nuovo governo e pieni poteri. Ciò ha fatto escludere anche l’ipotesi di un reincarico a Renzi, perché l’esecutivo non dovrà limitarsi al disbrigo degli affari correnti. Ma soprattutto sembrava non voler tener conto dell’obiettivo perseguito da Renzi con le “consultazioni parallele”, svolte a Palazzo Chigi negli stessi due giorni da Matteo Renzi, per arrivata a far piazzare a Palazzo Chigi un uomo che gli tenga in caldo la poltrona per un ritorno ravvicinato.  E invece stamattina Mattarella ha convocato per le 12,30 al Quirinale il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e non certo… perché gli tenga compagnia a pranzo.

Ma ripercorriamo le tappe i questi tre giorni di consultazioni.

Dopo gli incontri di giovedì sera con i presidenti del Senato (Pietro Grasso) e della Camera (Laura Boldrini) e con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, (che non hanno fatto alcuna dichiarazione) il capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricevuto ieri (venerdì) per le consultazioni sulla crisi ben 17 delegazioni dei 23 gruppi parlamentari in cui è frammentata la rappresentanza politica italiana.

consultazioni-quirinalePoi stamattina ha ripreso gli incontri che si concluderanno stasera con Forza Italia (con Berlusconi), M5s  (senza Grillo), Pd (senza Renzi). E domani potrebbe affidare l’incarico di formare il nuovo governo o rinviare alle Camere il governo dimissionario presieduto da Matteo Renzi. Ma molti osservatori danno credito all’ipotesi di un incarico al ministro degli Esteri, Gentiloni, anche in vista degli appuntamenti internazionali aiquali l’Italia dovrà essere presente.

Ecco in sintesi le dichiarazioni rilasciate all’uscita, in ordine cronologico, dallo studio di Mattarella dai vari capi delegazione.

MATTINA DI VENERDI’

Idv, ok governo responsabilità nazionale – “Abbiamo espresso l’idea di andare al voto con una legge elettorale riformata che faccia scegliere ai cittadini i rappresentanti ed al Paese di avere un governo stabile”. Lo ha detto Maurizio Romani di Idv precisando che il suo partito “è disponibile ad un governo di responsabilità nazionale ma con la più ampia partecipazione possibile per una legge elettorale e per conti dello Stato da mettere in sicurezza”.

Campanella (Si), si veda effetto referendum – Al presidente Mattarella “abbiamo segnalato la diffusa opinione presso il gruppo Misto che sia visibile l’effetto del referendum appena tenutosi. Ci aspettiamo che si possa con il prossimo governo riuscire a dare la possibilità al Parlamento di esprimere in un’ampia maggioranza una legge elettorale che restituisca alle Camere il peso che la Costituzione le attribuisce”. Lo ha detto Francesco Campanella di Si-Sel.

Pisicchio, serve nuovo governo senza aggettivi – “Il Governo non ha aggettivi. E’ un governo e basta. E’ un governo da fare, e da subito, partendo dalla maggioranza che c’era e aprendo a altre forze. Non possiamo più perdere tempo”. Lo ha detto il presidente del Gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

Svp, cambiare Italicum in Parlamento, subito – “Votare con l’Italicum in questa situazione è tecnicamente impraticabile”, ha detto Daniel Alfreider, di Svp. “Servirà una modifica. I numeri in Parlamento ci sono. Occorre un governo che vari una nuova legge elettorale anche senza il verdetto della Consulta”, ha spiegato aggiungendo che “la responsabilità è del Parlamento, e se siamo in questo pasticcio è giusto che il Parlamento sani la situazione. I cittadini hanno il diritto di sapere come si vota. Le politiche di cambiamento si fanno solo con la stabilità e la continuità a lungo termine. Non possiamo permetterci un governo che non sia nella pienezza dei poteri”.

Civati: la legge elettorale dia potere a cittadini – “Diciamo no a soluzioni improvvisate che non tengano conto della sentenza della Consulta del 2014”. Lo dice Pippo Civati di Alternativa LiberaPossibile. “Siamo pronti a andare a votare, ma lo si faccia in condizioni tali da rispettare la volontà dei cittadini. E ci sia un governo che consenta al Parlamento di lavorare sulla soluzione migliore e più rappresentativa”. Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Artini: “Le elezioni hanno un senso se ci sono le condizioni per arrivarci e tenendo conto dell’esito del referendum”.

Buttiglione, ora grande coalizione – “Per la seconda volta il popolo ha bocciato la grande riforma e contemporaneamente il sistema maggioritario: ora serve una legge proporzionale, la prossima legislatura deve essere quella della grande coalizione tra la sinistra democratica e i partiti che fanno riferimento al Ppe in Italia: su questo lancio un appello a Silvio Berlusconi”. Lo afferma  Rocco Buttiglione dell’Udc.

Vaccaro (Idea), nuovo governo al più presto – “Abbiamo chiesto il massimo per dare al Paese il governo che merita nel tempi più brevi possibile e dare una maggioranza più ampia per le riforme”.

 Tosi, Renzi bis? Sì se per una nuova legge elettorale – “Se lo scopo di un Renzi bis è un breve interim per la nuova legge elettorale a prescindere dalla Consulta, un reincarico avrebbe un senso”. Lo dice Flavio Tosi di Fare.

 Davico (Gal), ripartire da referendum – “La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l’affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali”. Lo ha detto Michelino Davico di Gal.

 Formisano, serve governo per la legge elettorale – “Serve un governo nella pienezza della sue funzioni per fare una legge elettorale omogenea, ascoltando anche quello che dirà la Consulta. Serve inoltre una maggioranza quanto più ampia possibile, data la gravità della situazione in cui il Paese versa, ma senza dimenticare che una maggioranza c’è e lo ha dimostrato con il voto di fiducia al Senato sulla legge di Bilancio. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole risolvere “in tempi rapidi” la crisi, lavorando “in direzione di una maggioranza più ampia possibile in Parlamento”.

Nencini (Psi), meglio governo di scopo – “Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica più soluzioni, prediligendo un governo di scopo e di responsabiità corale”.

Davico (Moderati), ripartire dal referendum – “La partecipazione dei cittadini al referendum è il punto da cui ripartire per ritrovare la serenità e l’affiatamento che porti il prossimo governo a rimettere in equilibrio il sistema elettorale legando gli eletti alle grandi questioni nazionali e territoriali”.

POMERIGGIO-SERA DI VENERDI’

 Meloni (Fratelli d’Italia): al voto entro marzo – “La road map di Fratelli d’Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell’anno. Quindi scioglimento a gennaio e voto entro marzo”.

Dellai (Centro Democratico): una transizione responsabile –  “Serve una transizione responsabile che non si fa prendere da chi dice ‘al voto al voto’ a prescindere da tutto. Sarebbe gravissimo”. Lo ha detto Lorenzo Dellai. “Non riteniamo – ammonisce – che il tema della legge elettorale possa essere scaricato sulla Consulta, che non ha funzioni di decisione sul sistema elettorale. E’ il Parlamento che deve farsi carico di ciò”.

Ferrara(Gal): appoggio alle soluzioni di Mattarella. “Siamo pronti ad appoggiare le soluzioni prospettate dal Presidente della Repubblica”, ha detto Mario Ferrara, capogruppo Gal al Senato. Quanto ai tempi di approvazione della nuova legge elettorale, ha aggiunto: “Si può anche iniziare domani, ma sarebbe una violazione del principio di lealtà non aspettare le conclusioni della Corte”.

Monchiero (Civici e innovatori): allargare confini maggioranza – “Auspichiamo che i confini dell’attuale maggioranza siano allargati. E che il Parlamento impieghi questi mesi che ci separano dal voto lavorando con maggiore concordia rispetto al passato”, ha detto Giovanni Monchiero, presidente del gruppo Civici e Innovatori alla Camera. Abbiamo bisogno di un governo politico, responsabile e autorevole in grado di riavvicinare la politica ai cittadini”.

Zeller: non si può andare subito al voto – “La situazione attuale non consente di andare subito alle elezioni. La legge elettorale attuale non è applicabile. Il Parlamento non può farsi sostituire dalla Consulta. Allo stato le Camere non possono essere sciolte”. Lo ha detto Karl Zeller del gruppo Autonomie.

Lega: al voto il prima possibile – “Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. Si deve andare al voto il prima possibile”. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti della Lega sottolineando che “questa è la posizione che emerge dal referendum”. “Non ci interessa la legge elettorale. Basta che si voti il prima possibile. Ci sono leggi già usate che in un sol giorno possono essere reinserite nell’ordinamento”.

SABATO MATTINA

Ala-Sc: ok a un Renzi-bis o governo di altro tipo – “Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l’importante è che il Paese esca dall’impasse” e intervenga sui temi più di emergenza e sulla legge elettorale. Lo afferma il senatore di Ala-Sc Denis Verdini. E a chi gli chiede se Ala entrerà nel nuovo governo, Verdini sottolinea: “Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare richieste, e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato”.

 Sinistra Italiana: nessun sostegno a governo Gentiloni – “Assolutamente no. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità, non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità”. Lo ha affermato la capogruppo di Sinistra Italiana al Senato Loredana De Petris al termine del colloquio.

Alfano: governo di responsabilità comune o Renzi-bis – “Siamo disponibili a un governo con responsabilità comune con la partecipazione di tutte le forze volenterose che avranno il senso di appartenenza comune” ha detto il leader del Nuovo centrodestra,  Angelino Alfano. “Qualora ci fosse un diniego da parte degli altri potenziali partecipanti non avremmo nulla in contrario, anzi la vedremmo con molto favore, a una prosecuzione di Matteo Renzi alla guida dell’esecutivo, perché serve una chiusura rapida della crisi e, anche senza attendere la sentenza della Consulta annunciata per il 24 gennaio, si potrebbe cominciare a lavorare sulla modifica della legge elettorale”.

POMERIGGIO-SERA DI SABATO

Berlusconi: legge elettorale e poi voto – “Abbiamo illustrato a Mattarella quella che ci sembra l’unica strada possibile, l’approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto”. Lo ha affermato il leader di FI Silvio Berlusconi dopo l’incontro con Mattarella. “Dopo il voto – ha detto ancora – dovrà riprendere il percorso costituente in termini finalmente condivisi. Una nuova legge elettorale deve rendere omogenei i sistemi della Camera e del Senato e deve garantire corrispondenza fra la maggioranza parlamentare e quella del popolo. Siamo pronti a collaborare nel modo più costruttivo”.

M5s: un governo calato dall’alto non ha legittimazione – “Renzi, tutto il suo governo e il Pd hanno fallito. Non è una nostra asserzione, ma un’affermazione certificata dal voto. Qualunque nuovo governo calato dall’alto non avrebbe legittimazione popolare e, se in continuità con quello precedente, imporrebbe le stesse ricette economiche di lacrime e sangue”. Lo ha dichiarato il capogruppo M5S in Senato, Giulia Grillo al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella.

Pd: sostegno a qualsiasi soluzione il Colle riterrà opportuna – Ultima delegazione ricevuta da Mattarella è stata quella del Pd. “Abbiamo registrato un larghissimo rifiuto da parte delle opposizioni a un governo di responsabilità nazionale e abbiamo assicurato al capo dello Stato tutto il sostegno del Pd alla soluzione della crisi che riterrà più opportuna”. Ha affermato Luigi Zanda, capogruppo del Pd al termine delle consultazioni.  (Fonte: Ansa)

Poi davanti alle telecamere e alla folla di giornalisti si è presentato il capo della Stato, del cui brevissimo discorsetto abbiamo detto all’inizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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