La lezione del ministro Teresa Bellanova

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Sono rimasto allibito nel leggere gli attacchi alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, sia sui social sia su alcuni mezzi di comunicazione, che hanno tratto spunto dal suo abbigliamento festoso in occasione del giuramento del nuovo governo al Quirinale per  scantonare sul fatto che il suo titolo di studio è la licenza media.

Una sorta di linciaggio informatico contro una persona senza conoscerne la storia personale e politica. Una storia che ha molte somiglianze con quella di un altro pugliese come lei, quel bracciante di nome Giuseppe Di Vittorio, che, divenuto segretario generale della Cgil, fu uno dei pilastri a difesa della democrazia nel nostro paese svolgendo un ruolo decisivo per la sua crescita e il suo sviluppo anche istituzionale. Come lui, Teresa Bellanova è stata bracciante agricola e ha militato a lungo nelle organizzazioni sindacali di categoria. Sin da giovanissima ha lottato contro il caporalato nelle file della Federbraccianti, è stata segretaria generale provinciale della Filtea Cgil e ha poi trasferito queste esperienze nell’attività politica. Peraltro Teresa Bellanova ha già fatto parte di governi del nostro paese: prima come sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali (presidente Renzi) poi come viceministro allo Sviluppo economico (presidente Gentiloni). 

Pochi come lei, del resto, conoscono il mondo agricolo avendolo vissuto nella sua Puglia cgià dall’età di 14 anni, quando andava a raccogliere le olive nelle campagne pugliesi e contemporaneamente, con grande sacrificio anche per la sua famiglia, frequentava la scuola media. 

Persone come Teresa Bellanova, a prescindere dalle opinioni politiche, meritano solo un profondo rispetto e stima per come hanno saputo conquistarsi un ruolo nella società e per quello che hanno dimostrato di saper dare alle istituzioni. Perciò ha potuto rispondere con caustica ironia agli indegni sberleffi apparsi sul web e al tempo stesso ribadire con fermezza che gli obiettivi primari primari del suo dicastero saranno: lavoro, innovazione, ricerca e tutela dell’ambiente, anteponendo alle polemiche politiche gli interessi dei cittadini, primi fra tutti coloro che vivono dei sacrifici simili a quelli che lei ha dovuto affrontare.

 

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