LA GIORNATA DI PUTIN A ROMA/ Gli incontri con il Papa, con Mattarella, con Conte e l’impegno a rafforzare i rapporti tra i due paesi. Il saluto con Berlusconi a Fiumicino

Dopo oltre due ore è terminata la cena a Villa Madama tra le delegazioni italiana e russa. Alla cena, oltre al presidente russo Vladimir Putin e al premier Giuseppe Conte, hanno partecipato i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il suo omologo russo Sergej Lavrov. Al termine della cena Putin è andato allo scalo di Fiumicino dove ha incontrato Silvio Berlusconi.
“Abbiamo confermato l’eccellente stato delle nostre relazioni bilaterali, nonostante il permanere delle condizioni che hanno condotto al deterioramento delle relazioni con l’Ue e quindi alle sanzioni. In un momento delicato per l’economia globale è di reciproco interesse una buona relazione tra i due Paesi”,  ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il presidente russo Vladimir Putin.
“Riteniamo che Mosca sia un attore ineludibile per individuare soluzioni nelle principali crisi regionali. Con Putin siamo d’accordo sul fatto che queste soluzioni, per essere sostenibili, devono essere politiche”, ha ribadito Conte in conferenza stampa. Inoltre – ha aggiunto – “riteniamo che le sanzioni siano  un regime transitorio e l’Italia lavora perché si creino le premesse per un superamento di questo stato di rapporti tra l’Ue e la Russia che non fa bene alla Russia, all’Ue e nemmeno all’Italia, che potrebbe aumentare le relazioni commerciali con questo paese. Per raggiungere questo obiettivo, cui l’Italia è devota, occorre che maturino le circostanze e noi lavoreremo per questo”, ha affermato Conte.

Putin ha così risposto nella conferenza stampa congiunta: “Comprendiamo che l’Italia è legata agli impegni europei e non abbiamo nessuna pretesa rispetto agli amici italiani, ma speriamo che l’Italia sulle sanzioni porti avanti la posizione di un ritorno dei rapporti a 360 gradi con la Russia. E siamo grati all’Italia per aver sostenuto la necessità che  si ristabilisca un regime pieno dei rapporti tra Usa e Russia”.

Conte ha accolto Putin nel cortile di Palazzo Chigi dove il presidente russo è entrato con la Aurus, la macchina presidenziale del numero uno del Cremlino. I due, dopo una stretta di mano, si sono intrattenuti per un paio di minuti per uno scambio di battute, prima di ascoltare il picchetto d’onore composto dai Carabinieri e dai lancieri di Montebello.

Putin (come purtroppo è sua consuetudine nelle visite internazionali) è arrivato a Palazzo Chigi con un’ora e trenta di ritardo rispetto all’agenda iniziale. Aveva lasciato in ritardo  il Quirinale, dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella, dove dalle due parti  è tato ribadito che “i rapporti bilaterali sono ottimi” nonostante il raffreddamento delle relazioni tra la Federazione e l’Occidente, dovuta alle diverse valutazioni sull’Ucraina.
E’ stata registrata inoltre – fanno sapere fonti del Quirinale – una “preoccupazione comune per la guerra civile in Libia e il conseguente ritorno del terrorismo islamico battuto in Siria”.  E’ stata anche evidenziata l’importanza della stabilità libica per l’Italia e per l’Europa. Da parte russa si è sottolineata la diversa posizione dei Paesi vicini sulla soluzione politica.

Il presidente russo aveva avuto in tarda mattinata un colloquio con papa Francesco e successivamente col cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. La visita è durata in tutto circa un’ora e 45 minuti. “Grazie per il tempo che mi ha dedicato e per il discorso molto sostanzioso e interessante”, ha detto Putin  al Papa al momento di congedarsi. “Preghi per me”, gli ha detto a sua volta Frances

LA GIORNATA – Dopo essere atterrato a Fiumicin, Putin è stato ricevuto in udienza da papa Francesco. Il corteo di auto, proveniente direttamente da Fiumicino, è giunto in Vaticano attraversando Piazza San Pietro e l’Arco delle Campane, per raggiungere quindi il Cortile di San Damaso. Qui Putin e il suo seguito, in presenza del picchetto d’onore della Guardia Svizzera, sono stati accolti dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein, che poi li accompagna all’ascensore per salire alla Terza Loggia e all’incontro col Pontefice. Il presidente russo Vladimir Putin è stato accolto da papa Francesco al suo arrivo nella Sala del Tronetto dell’Appartamento pontificio con una calorosa stretta di mano.

Questo è stato il terzo incontro in Vaticano tra papa Francesco e Vladimir Putin. Il primo fu il 25 novembre 2013 e il secondo il 10 giugno 2015. Le udienze avute da Putin con tre Papi in 19 anni salgono a sei, dato che il 6 giugno 2000 e il 5 novembre 2003 incontrò anche Giovanni Paolo II e il 13 marzo 2007 Benedetto XVI, tanto da diventare in assoluto uno dei più ‘assidui’ capi di Stato in visita in Vaticano.

I SOLITI RITARDI  – Il leader del Cremlino, atterrato con quasi mezz’ora di ritardo, è arrivato in Vaticano per l’incontro con il Papa quasi un’ora dopo l’orario previsto. Il ritardo si è quindi accumulato ulteriormente, di almeno un’ora e dieci, all’arrivo di Putin al Quirinale, previsto inizialmente tra le 14.45 e le 15. Putin è noto per far aspettare i suoi interlocutori e ospiti illustri, dal presidente americano Donald Trump alla cancelliera tedesca Merkel, dalla regina Elisabetta allo stesso papa Francesco, tutti “vittime” dei suoi lunghi ritardi. Solo con il leader nordcoreano Kim Jong-un si è presentato non solo puntuale ma con 30 minuti di anticipo in un recente incontro a Vladivostok. Nel cortile d’onore sono risuonati gli inni nazionali dei due Paesi mentre veniva issata sul Torrino del Quirinale la Bandiera della Federazione russa.

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