La gara sulla pelle dei migranti

di SERGIO SIMEONE – Quando si è diffusa la notizia delle due orribili stragi di braccianti africani in provincia di Foggia, ed è venuto ancora una volta alla luce  il feroce sfruttamento a cui sono sottoposti questi lavoratori,  a moltissimi è venuta in mente la famosa frase che Salvini ha pronunciato quando ha cominciato a vietare l’approdo nei porti italiani alle navi che trasportavano migranti:”E’ finita la pacchia”.

E’ vero che la “pacchia” a cui alludeva Salvini è quella di cui hanno goduto (e godono tuttora) proprio coloro che sfruttano questi sventurati migranti e alcune strutture che hanno la titolarità della cosiddetta accoglienza, ma chissà se questa frase è venuta in mente anche a tutti quelli che hanno fatto la ola al ministro quando l’ha pronunciata e poi subito dopo si sono recati al supermercato ed hanno acquistato un chilo di arance o di pomodori per pochi centesimi, fingendo di ignorare che dietro quel prezzo stracciato c’è  il lavoro di migliaia di schiavi africani, o hanno in casa l’anziana mamma accudita da una badante moldava o peruviana, o hanno chiamato un idraulico ucraino per riparare il rubinetto del bagno o un edile romeno per farsi pavimentare il soggiorno, perché, si sa, questi lavoratori costano meno degli italiani e si fanno anche pagare in nero?

Ma, visto che ci tocca la fortuna di avere un ministro dell’Interno che annuncia ripetutamente di voler perseguire chi ha fatto dell’immigrazione irregolare una “pacchia”, possiamo ricordargli che ha gli strumenti per farla finire. Aspettiamo con ansia che si metta seriamente all’opera, anziché continuare a sproloquiare su tutto lo scibile e su tutte le tv, anche sugli argomenti che non gli competono.

Nel frattempo registriamo che negli ultimi anni si sta svolgendo in Italia una appassionante gara, tra quelli che rischiano che i migranti affoghino in mare e quelli che vogliono portarli sulla terraferma, ma poi lasciano che diventino carne da macello di tanti sfruttatori. Chi dei due gruppi riuscirà a fare più morti?

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