Non si placano le polemiche dopo lo sgombero dei migranti accampati a Ventimiglia nella speranza di poter varcare la frontiera ed entrare in Francia superando il blocco opposto dalla gendarmeria. Un blocco che dimostra quanto scarso sia oggi il peso del governo italiano in Europa e quanto siano state scarsamente prese sul serio le esibizioni del nostro presidente del Consiglio, prima di contestazione, poi di guida precaria del semestre italiano.
I migranti sono stati fatti salire su un automezzo della Croce Rossa e trasportati nella stazione ferroviaria dove è stato allestito un servizio di prima accoglienza. Alcuni però sono rimasti sulla scogliera nei pressi di ponte San Ludovico. Le forze dell’ordine hanno prima sgomberato i migranti che dormivano nelle aiuole nei pressi di ponte San Ludovico, poi quelli accampati da alcuni giorni sugli scogli. Si sono avuti momenti di tensione, alcuni stranieri che rifiutavano di trasferirsi sono stati portati via di peso.
La situazione che si è creata a Ventimiglia “è un pugno in faccia all’Europa ed è la prova che i migranti non vengono in Italia per stare in Italia, ma per andare in Europa”, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, impegnato al Consiglio Ue Affari interni. “E’ dalla scena di Ventimiglia che tutti devono trarre insegnamento. Io credo che quella scena sia stata un pugno negli occhi a chi non vuole vedere”, ha continuato. Sull’emergenza immigrazione, insomma, “l’Europa faccia l’Europa” di cui bisogna “evitare la bancarotta”: “in ballo c’è il diritto alla libera circolazione dei cittadini”. La gestione dell’immigrazione, ha sottolineato il ministro, è “il tema su cui l’Europa vince o perde. Non c’è pareggio”. “In ballo c’è il diritto alla libera circolazione, la politica comune di asilo europea, il principio di responsabilità e il principio di solidarietà”, ha spiegato il ministro.
L’Italia, ha detto poi Alfano, non ha mai proposto di rilasciare ai profughi permessi temporanei per viaggiare in Europa. “Noi non abbiamo proposto questi permessi di tre mesi. Si è trattato di indiscrezioni giornalistiche”, ha spiegato aggiungendo di aver riscontrato un buon clima al Consiglio Ue degli Affari interni centrato sull’immigrazione e “in alcuni casi significative aperture”. Ma sui numeri per la distribuzione dei richiedenti asilo “sarà necessario discutere ancora”.
I rimpatri degli immigrati irregolari sono “la chiave di volta” di tutto il sistema europeo sulla gestione dei flussi migratori, ha poi aggiunto Alfano. “Il sistema di rimpatrio deve essere sempre di più un sistema europeo, che renda più efficace tutta la procedura. Non escludiamo missioni congiunte in Africa per farci dare una mano d’aiuto”, ha spiegato. Alfano ha sottolineato che gli hotspot, i centri di riconoscimento dei richiedenti asilo da istituire in Italia, “si gestiscono bene se c’è un meccanismo di rimpatrio che funziona. Se il meccanismo non funziona, salta tutto il sistema. Chi avrà diritto all’asilo potrà restare in Europa e la Ue sta lavorando alla redistribuzione. Ma il punto essenziale è che chi non ha diritto all’asilo deve essere rimpatriato. Questa è la chiave di volta del sistema”. Il ministro ha spiegato che “se funziona questo, noi potremo gestire al meglio un fenomeno che non si risolve con uno schiocco di dita. Ma se non funziona, sarà un problema”.
Dal canto suo la Germania si è detta “pronta ad aiutare in modo massiccio” Italia e Grecia nella gestione dell’immigrazione, ma in cambio chiede “responsabilità”, ha detto il ministro tedesco degli Interni, Thomas de Maizière, al termine di un incontro ristretto a Lussemburgo con Alfano e il collega francese, Bernard Cazeneuve, e il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos. In particolare la Germania sottolinea la necessità “di rimpatriare gli immigrati economici che non hanno diritto all’asilo identificati negli hotspot e di ridistribuire i rifugiati. Spero che sia una strada percorribile – ha aggiunto – se non oggi, almeno nel medio termine”.
Il Lussemburgo, paese che sarà prossimo presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, punta a chiudere l’accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo nella Ue entro la fine di luglio, come ha indicato Jean Asselborn, ministro degli Esteri e dell’Immigrazione del Lussemburgo.
“Noi inizieremo il primo luglio e sarei molto contento se potessimo trovare una soluzione entro il 31 luglio. Non escludo un accordo, se lo spirito emerso oggi continua al vertice del 25 e 26 luglio e all’informale del 9 luglio”. Asselborn ha avvertito che “bisogna lavorare, il Coreper deve mettere tutto insieme. E sotto la nostra presidenza abbiamo previsto un Coreper il 28 luglio, che forse è l’ultima occasione per un accordo” prima dell’estate.
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