LA CORDA DI SOSTEGNO CHE PIACE AD ORBAN

di SERGIO SIMEONE* – Ormai non ci sono più dubbi. Italia  Viva, per usare una metafora di Gramsci, sostiene il governo Conte come la corda sostiene l’impiccato. La conferma viene dal comportamento tenuto dei suoi rappresentanti nella Giunta per le immunità del Senato,  dove con la loro assenza hanno contribuito alla approvazione della relazione  del presidente Gasparri contraria a concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’interno Matteo Salvini per il caso Open Arms.

La motivazione addotta è assolutamente pretestuosa: l’istruttoria è insufficiente, andavano fatte più accurate indagini. I renziani fingono di non sapere che non si trattava di emettere un verdetto di innocenza o colpevolezza, perché questo spetta alla giustizia ordinaria, ma semplicemente di decidere se un ministro possa essere sottoposto al giudizio della magistratura ordinaria come qualsiasi cittadino. E per giunta dopo che la richiesta è stata fatta dal Tribunale dei Ministri. Il carattere strumentale del voto è stato del resto ben compreso dalla senatrice Bernini, capogruppo di FI al Senato, la quale ha subito commentato che il voto di Italia Viva era in realtà un voto contro Conte e i Cinquestelle.

Italia Viva dopo questo episodio ha acquistato, agli occhi del centrodestra, il titolo di garante dell’impunità per qualsiasi magagna dovessero commettere i suoi rappresentanti. E così, quasi contemporaneamente, quando nel consiglio regionale della Lombardia è stata costituita una commissione d’indagine sulla gestione della sanità  per contrastare l’epidemia da coronavirus, la maggioranza di centrodestra ha pensato che nessuno potesse fare da presidente meglio di  una consigliera di Forza Viva, Patrizia Baffi. La quale, a dire il vero, aveva già acquisito delle personali benemerenze votando contro la sfiducia a Giulio Gallera, l’assessore che ha fatto ridere tutta l’Italia per le sue “originali “ teorie sui contagi da covid 19.

Ma, tornando al caso Open arms, se pensate che nessuno abbia apprezzato la scelta di Renzi vi sbagliate. Subito dopo il voto della Giunta sono arrivati i calorosi complimenti a Salvini dall’ormai dittatore ungherese Viktor Orban, entusiasta per l’esito dei lavori della giunta. E a questo punto mi domando: ma la ministra Teresa Bellanova, che si è commossa pubblicamente perché ai migranti veniva finalmente data dignità di lavoratori, non prova imbarazzo a militare in un partito, che con il suo comportamento suscita l’esultanza di questo figuro, che è il peggiore nemico dei migranti?

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil

 

 

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