di ALESSIA ALIMONDA/ Parigi si prepara a un evento epocale. Jannik Sinner ha compiuto l’impresa, sconfiggendo il totem del tennis mondiale Novak Djokovic in una semifinale del Roland Garros ricca di emozioni, chiusa con un netto 6-4, 7-5, 7-6. Una vittoria che, nonostante il punteggio in tre set, è stata una vera e propria battaglia di nervi e talento durata oltre tre ore, con il secondo e il terzo parziale decisi solo agli ultimi scambi. Questo successo proietta Sinner nella sua quarta finale Slam in carriera, la prima assoluta sulla terra rossa parigina, una superficie che in passato lo ha visto meno a suo agio ma sulla quale ha dimostrato una crescita esponenziale.
Il suo percorso in questo Roland Garros è stato impeccabile: tutte le partite vinte per 3 set a 0, con un dominio quasi ininterrotto fino alla semifinale. La vittoria su Djokovic, pur se il serbo a 38 anni sta attraversando una fase meno brillante, conferma la netta superiorità di Sinner negli ultimi scontri diretti, con quattro successi consecutivi. Domenica 8 giugno, sul prestigioso campo Philippe Chatrier, Sinner affronterà lo spagnolo Carlos Alcaraz, che ha superato un altro italiano, Lorenzo Musetti. Sarà la prima finale Slam tra Sinner e Alcaraz, la rivalità più avvincente e seguita del tennis contemporaneo, che vede di fronte il numero 1 e il numero 2 del mondo, rispettivamente, 23 e 22 anni.
Scontro tra titani. Se Sinner ha vinto tutte le sue tre finali Slam disputate finora, Alcaraz non è da meno, avendo trionfato in tutte e quattro le sue finali, inclusa quella del Roland Garros lo scorso anno. Nonostante Sinner abbia dimostrato una forma smagliante, Alcaraz è considerato leggermente favorito sulla terra rossa, avendo già battuto l’italiano due settimane fa nella finale degli Internazionali di Roma e vantando un bilancio di sette vittorie su undici incontri totali, incluse le ultime quattro sfide dirette.
Corsi e ricorsi storici. Per Sinner, questa finale segna un ritorno storico per l’Italia al Roland Garros maschile: l’ultimo a raggiungere l’atto conclusivo fu, infatti, Adriano Panatta nel lontano 1976; il tennista romano poi sollevò il prestigioso trofeo. Tra le donne, l’anno scorso fu Jasmine Paolini a raggiungere la finale, arrendendosi poi a Iga Swiatek. Il mondo del tennis, dunque, è pronto per un duello generazionale che promette scintille, con la consapevolezza che, qualunque sia l’esito, stiamo assistendo alla nascita di una rivalità che definirà gli anni a venire.
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