ITALIA SPARITA/ La Nazionale non sa più vincere: nell’amichevole per Genova, solo un pari contro l’Ucraina. Al Ferraris commovente ricordo delle vittime del ponte Morandi

di FABIO CAMILLACCI/ I grandi protagonisti del grande fallimento, cioè della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 fanno ormai parte del passato. L’ex c.t. azzurro Giampiero Ventura fu cacciato a furor di popolo dopo il playoff di ritorno Italia-Svezia (recentemente è tornato nel calcio che conta accasandosi al Chievo al posto dell’esonerato D’Anna). Il presidente Federale Carlo Tavecchio invece, dopo aver provato a ingaggiare Carlo Ancelotti, si dimise aprendo la strada al disastroso commissariamento di Roberto Fabbricini. Un commissariamento che fortunatamente sta per terminare. Il 22 ottobre infatti verrà eletto il nuovo numero uno della Figc: le varie componeti chiamate al voto hanno trovato l’intesa sul nome dell’attuale presidente della Lega Pro Gabriele Gravina. Gravina non è certo il nuovo che avanza ma in estate ha dimostrato di essere persona seria e responsabile gestendo nel miglior modo possibile il caos campionati da presidente della Serie C. Insomma, Ventura e Tavecchio non ci sono più ma la nostra Nazionale non sa più vincere perchè purtroppo, a livello di calciatori, questo passa il convento e il nuovo commissario tecnico Roberto Mancini non ha certo la bacchetta magica. E così, allo stadio Ferraris di Genova, Italia-Ucraina, amichevole dedicata alla tragedia del ponte Morandi, finisce 1-1: i gol entrambi nel secondo tempo, apre lo juventino Bernardeschi, pareggia Malinovskyi. E domenica sera c’è la delicata trasferta in Polonia che potrebbe sancire un’altra onta: la retrocessione dell’Italia nella Nations League. Come recita un vecchio proverbio? Il peggio non è mai morto.

La partita di Marassi. Italia bella, rinnovata per otto undicesimi rispetto alla gara di settembre contro il Portogallo, e anche coraggiosa con il tridente offensivo schierato dal “Mancio”. Un’Italia senza Balotelli, giustamente lasciato a casa perchè fuori forma e ancora su un pianeta tutto suo, ma volenterosa ed efficace, che gioca e convince per un’ora. Alla fine, però, non basta per avere ragione dell’Ucraina guidata dall’ex Milan Andriy Shevchenko. Gli ucraini per la verità creano poco fino a metà gara, ma sono bravi a capitalizzare l’unica vera occasione della ripresa per rimediare alla rete di Bernardeschi. Gli azzurri aggrediscono l’Ucraina e disputano un primo tempo da assoluti protagonisti. Manca solo il gol, negato dalle grandi parate di Pyatov. Il meritato vantaggio arriva comunque in avvio di seconda frazione di gioco col “Berna”. Un vantaggio che però dura poco: appena sette minuti, perchè su una palla al limite dell’area italiana, Malinovskyi è bravo a battere Donnarumma. Triste record per Mancini: prima di lui soltanto Fulvio Bernardini, a metà anni 70, non era riuscito a vincere almeno due delle prime sei gare alla guida dell’Italia (all’attivo del “Mancio” solo il 2-1 del 28 maggio scorso contro la modestissima Arabia Saudita). Fa notizia l’esordio in maglia azzurra del 26enne terzino destro Cristiano Piccini, attualmente in forza al Valencia. Brividi e grande commozione nel momento del ricordo: 43′ del primo tempo, tutti uniti in campo e fuori pe ricordare i 43 morti della tragedia del ponte Morandi. Lo splendido pubblico del Marassi li ha onorati, la nostra Nazionale no.

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