di FABIO CAMILLACCI/ La notizia del giorno a Russia 2018 è quella che in tanti hanno ribattezzato “la caduta degli dei”. Definizione decisamente fuori luogo, perchè l’Argentina è sì la nazionale vicecampione del mondo in carica e annovera un fuoriclasse come Leo Messi, ma, dal punto di vista tecnico-tattico è una sorta di hellzapoppin per colpa di un c.t. mediocre e in confusione come il pittoresco Jorge Sampaoli: tatuaggi pacchiani ovunque e un atteggiamento irritante in panchina. Non a caso i fischi (eufemismo) dei tifosi argentini sono tutti per lui. E anche per colpa di un campione incompiuto come Leo: la “Pulce”, da sempre, è un pesce fuor d’acqua con la maglia della Seleccion. Non è capace di fare il condottiero come Cristiano Ronaldo fa col Portogallo. E questa cosa evidentemente incide sul rendimento di Messi a Russia 2018. E così la Croazia domina e vince 3-0 con gol di Rebic, Modric (capitano letteralmente sontuoso) e Rakitic. Gli slavi ringraziano pure il portiere Caballero che con uno svarione clamoroso favorisce il vantaggio firmato Ante Rebic: attaccante 25enne che anni fa non riuscì a esplodere con la Fiorentina. Ora gioca in Bundesliga con l’Eintracht Francoforte; ma dopo due ottime gare in questo campionato del mondo, è già un pezzo pregiato del calciomercato estivo. Tradotto: Croazia agli ottavi di finale, Argentina a forte rischio eliminazione.
Psicodramma argentino e qualità croata. A terra, a zero, piegata. Con un piede a Buenos Aires, lontanissima da Mosca, ma pure dagli ottavi, l’Argentina rimane con un punto in classifica dopo due gare nel gruppo D e ora deve sperare in una vittoria della Nigeria per restare in corsa, per non rischiare che Croazia e Islanda vadano a braccetto alla fase a eliminazione diretta al terzo e ultimo turno. I croati invece come detto ci sono già, e a pieno merito: lottano e segnano. Dietro mostrano difensori puntuali che arrivano dappertutto. Modric (FOTO A SINISTRA) e Rakitic sono centrocampisti che gli argentini si sognano e mister Dalic mette in campo una formazione molto più sensata di quella di Sampaoli. Messi potrà prendersi in spalla l’Argentina sull’orlo del baratro, come fece in Ecuador, segnando i gol che hanno portato l’Albiceleste in Russia, ma dovrà cambiare marcia, come dovrà cambiare marcia l’intero gruppo argentino devastato dalle scelte di Sampaoli. Troppi ottimi giocatori lasciati a casa e una rosa comunque ricca che però il commissario tecnico non sa sfruttare adeguatamente sbagliando sempre le scelte. L’Argentina messa in piedi dal c.t. ex Cile non ha nè capo, nè coda e Messi viene ignorato dai compagni. In sintesi: il Barcellona gioca per sfruttare il grande talento di Messi, l’Argentina no.
Gruppo C, avanza la Francia. I transalpini, dai due volti e fortunati, soffrono molto contro un Perù che al contrario non è baciato dalla fortuna. Ergo, alla squadra di Deschamps basta l’1-0 di Mbappé per volare agli ottavi. Mentre, dopo due k.o. in altrettante gare, è finito il Mondiale della Nazionale di Gareca. Danimarca-Australia 1-1, a Eriksen replica il rigore di Jedinak. A Samara la squadra di Hareide va subito avanti con il talento del Tottenham, pari dal dischetto del capitano dei “canguri” dopo l’intervento della Var. Danesi vicini al traguardo. Dato statistico relativo a questi Mondiali: dopo le prime 23 partite, nessun risultato a reti bianche.
Paura in Colombia e il terribile precedente di USA 94. Dalla rabbia alle minacce esplicite. Purtroppo c’è spazio anche per una brutta notizia di cronaca. In Colombia è scattato l’allarme per gli attacchi social contro Carlos Sanchez, “colpevole” di aver rimediato l’espulsione al 3′ del debutto mondiale contro il Giappone. Sì perché, dopo gli insulti ricevuti sul web, il centrocampista della Fiorentina ha subito anche vere e proprie minacce di morte da parte di alcuni account che hanno fatto esplicito richiamo ad Andrés Escobar, il difensore assassinato nel 1994 dopo l’eliminazione dei “Cafeteros” dal mondiale statunitense. I messaggi minacciosi sono stati prontamente eliminati dopo le denunce degli utenti, ma le autorità colombiane hanno subito attivato la direzione nazionale che si occupa d’indagare sui crimini informatici. Lo scopo, secondo quanto riferito da BLU Radio, è quello di tracciare e individuare i titolari degli account che hanno postato le minacce contro Sanchez. Ad attivare prontamente le autorità è stata la reazione del web, che ha rilanciato massicciamente le intimidazioni dirette al centrocampista. La polizia colombiana ha informato che dell’indagine si occuperà anche l’Interpol. Follie del calcio che rovinano il gioco più bello del mondo.
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