Venuto a Roma per inaugurare l’ambasciata palestinese presso la Santa Sede, il presidente dello Stato di Palestina, Abu Mazen, ha avuto in Vaticano un lungo incontro con Papa Francesco, definito “cordiale” dalla sala stampa vaticana, dedicato anche a uno sviluppo del “processo di pace in Medio Oriente”. Il Papa e Abu Mazen hanno manifestato “la speranza che si possano riprendere i negoziati diretti tra Palestina e Israele per giungere alla fine della violenza che causa inaccettabili sofferenze alle popolazioni civili e ad una soluzione giusta e duratura”. Ed hanno espresso l’auspicio che, “con il sostegno della Comunità internazionale, si intraprendano misure che favoriscano la reciproca fiducia e contribuiscano a creare un clima che permetta di prendere decisioni coraggiose in favore della pace”. All’incontro era presente il segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
“Nel corso dei cordiali colloqui – spiega il comunicato della sala stampa – si sono rilevati anzitutto i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Palestina, suggellati dall’Accordo globale del 2015, che riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa nella società palestinese. In tale contesto si è ricordato l’importante contributo dei cattolici in favore della promozione della dignità umana e in aiuto dei più bisognosi, particolarmente nei campi dell’educazione, della salute e dell’assistenza”. “Ci si è quindi soffermati – prosegue la nota – sul processo di pace in Medio Oriente, esprimendo la speranza che si possano riprendere i negoziati diretti tra le Parti per giungere alla fine della violenza che causa inaccettabili sofferenze alle popolazioni civili e ad una soluzione giusta e duratura. A tale scopo, si è auspicato che, con il sostegno della Comunità internazionale, si intraprendano misure che favoriscano la reciproca fiducia e contribuiscano a creare un clima che permetta di prendere decisioni coraggiose in favore della pace”. Infine “non si è mancato di ricordare l’importanza della salvaguardia del carattere sacro dei Luoghi Santi per i credenti di tutte e tre le religioni abramitiche. Particolare attenzione è stata infine dedicata agli altri conflitti che affliggono la Regione”.
Successivamente il presidente palestinese ha commentato: “Ho incontrato Sua Santità. Il Vaticano ha riconosciuto completamente la Palestina come stato indipendente, spero che altri stati prendano esempio dalla Santa Sede”.
Il colloquio privato tra il Papa e Abu Mazen, alla presenza del solo interprete, è durato 23 minuti. “E’ un piacere riceverla”, ha detto papa Bergoglio al suo ospite sulla soglia della biblioteca. “Anche io sono contento di essere qui”, ha replicato il presidente. Al momento della presentazione del seguito, un giovane palestinese ha offerto al Papa una maglietta di calcio con i colori della Palestina e ha detto qualcosa sul “San Lorenzo”, la squadra argentina per cui tifa il Papa, che si è messo a ridere. Il giovane ha anche spiegato che sua moglie è argentina. Abu Mazen ha donato al Pontefice una pietra proveniente dal Golgota, una icona raffigurante il volto di Gesù, una icona raffigurante la Sacra Famiglia, un documentario sulla ristrutturazione della basilica della Natività e un libro sulle relazioni tra Santa Sede e Palestina. Il Papa ha ricambiato con la medaglia dell’anno giubilare, e copie in arabo della “Amoris laetitia” e della “Laudato sii”.
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