Inchieste aperte dalla magistratura in Lombardia e in altre regioni per accertare se vi sono responsabilità nella diffusione del coronavirus nelle case di riposo

L’ingresso principale dell’ospizio Sacra Famiglia a Cesano Boscone, dove questa mattina si presentata la Guarda di Finanza (foto Ansa di Matteo Bazzi) 

Con una perquisizione compiuta dalla Guardia di Finanza nel Pio Albergo Trivulzio di Milano è partita stamattina l’inchiesta della magistratura milanese sull’esorbitante numero di decessi avvenuti nelle case di riposo della Lombardia a causa del coronavirus. Bisogna tener conto che sono ben 143, da marzo ad oggi, i morti  tra gli ospiti di questa struttura, che è una delle più importanti tra quelle che in Lombardia accolgono anziani.

Già dai primi giorni di marzo i sindacati Cisl e Cgil, che seguono alcuni operatori della casa di riposo e riabilitazione, avevano inviato lettere ai vertici dell’istituto lamentando l’assenza di mascherine e presunte minacce agli infermieri che volevano usarle. Nelle indagini si dovrà verificare quali decessi siano correlati alla diffusione del Coronavirus nella Rsa.

Ma le perquisizioni e le acquisizioni di documenti in corso riguardano anche altre strutture. Per ora la squadra di polizia giudiziaria, guidata da Maurizio Ghezzi, del dipartimento coordinato dall’aggiunto Tiziana Siciliano è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese, mentre la Gdf sta lavorando nelle sedi del Pat.

I magistrati inquirenti del pool Salute, ambiente, sicurezza, lavoro hanno iscritto per ora nel registro degli indagati i vertici di tre Rsa (Residenze assistenza sanitaria),  in cui si sono verificati contagi e morti, tra cui quelle dei quartieri milanesi Affori, Corvetto e Lambrate. Le iscrizioni servono per procedere, eventualmente, ad altre perquisizioni.

I blitz da parte del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano e della squadra di polizia giudiziaria del dipartimento ‘ambiente, salute, sicurezza, lavoro’ della Procura  servono ad acquisire cartelle cliniche degli ospiti morti nelle case di riposo, ma anche altri documenti, come protocolli e direttive interne dei vertici e pure eventuali scambi di informazioni tra le strutture e l’amministrazione della Regione Lombardia,  che ha compiti di sorveglianza sulle Rsa. Le attività degli investigatori potrebbero riguardare oggi anche altre residenze. Sono una dozzina in tutto, infatti, quelle al centro delle indagini per epidemia colposa ed omicidio colposo plurimo. Si indaga su eventuali carenze e omissioni nella gestione degli ospiti, come l’assenza di mascherine, ma anche, sulla decisione di portare nelle residenze per anziani i contagiati da da coronavirus in mancanza di posti negli ospedali.

E infatti ispezioni dei carabinieri del Nas di Milano si sono avute anche nelle Rsa di quattro province lombarde di loro competenza territoriale, ovvero Milano, Monza, Como e Varese. I controlli del Nucleo, diretto dal tenente colonnello Salvatore Pignatelli, vanno avanti, da quanto si è appreso, ormai quotidianamente già da qualche giorno e riguardano il rispetto delle normative igienico-sanitarie nelle residenze per anziani, in particolare le recenti disposizioni per prevenire il contagio da Coronavirus.

Anche la Procura di Bari ha aperto una indagine esplorativa sulle residenze per anziani del territorio provinciale, nelle quali, fino a questo momento, si sono verificati decessi e decine di contagi di coronavirus tra gli ospiti e anche tra il personale. Il fascicolo, senza indagati né ipotesi di reato, è coordinato dal procuratore aggiunto Roberto Rossi. Gli accertamenti sono affidati ai carabinieri del Nas, che stanno acquisendo documentazioni in quattro strutture dell’area metropolitana e negli uffici della Asl di Bari, incaricata dei tamponi.

Anche la Procura di Cuneo ha aperto un fascicolo sulla vicenda della casa di riposo di Villanova Mondovì, sgomberata lo scorso 30 marzo dopo alcuni decessi attribuiti al Coronavirus. L’ipotesi provvisoria di lavoro, ancora da verificare, è l’epidemia colposa. Non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati. Una segnalazione in Procura è arrivata dai carabinieri del Nas.

Anche la procura di Sondrio ha aperto una indagine per epidemia colposa a carico di ignoti in relazione alle morti di anziani nelle Rsa della provincia . Il procuratore Claudio Gittardi che coordina l’inchiesta con il pm Elvira Anna Antonelli, ha delegato i Carabinieri del Nas di Brescia. Le prime acquisizioni sono state effettuate in due strutture.

Anche la Procura della Repubblica di Pesaro ha aperto un’inchiesta sulle morti nelle case di riposo in città e dintorni: almeno 23 in pochi giorni a Casa Aura su 80 ospiti, struttura a gestione comunale, con a fianco Casa Roverella, a gestione privata, con 120 ospiti, che non risulta avere registrato decessi da coronavirus. Entrambe le strutture sono all’interno della casa di riposo Santa Colomba. Altri 10 decessi complessivi sono avvenuti in ulteriori due case di riposo di Pesaro, mentre altre morti per Covid sono segnalate in una casa di riposo a Fano. Il procuratore Cristina Tedeschini sta acquisendo gli atti e le cartelle cliniche relativi alle persone decedute. Lo stesso presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli aveva parlato di “sottovalutazioni ed errori” nella gestione dell’emergenza all’interno di alcune strutture per anziani. Alcuni addetti hanno ad esempio lamentato di non aver avuto dispositivi di protezione per molto tempo.

“Ci risulta che la Procura si sia mossa anche nelle case di riposo della Bergamasca. Già da qualche tempo, alcune strutture hanno ricevuto la visita dei carabinieri del Nas dopo alcune segnalazioni”. Lo spiega Roberto Rossi, responsabile della FP-Cgil di Bergamo aggiungendo che i dati raccolti dal sindacato hanno portato a stimare nelle 65 Rsa della provincia almeno 1500 decessi dall’inizio dall’emergenza a settimana scorsa “pari al 25 per cento degli ospiti”.

Commenta per primo

Lascia un commento