Inchiesta a Napoli sui rapporti tra camorra e politica: 38 arrestati (tra i quali tre fratelli del senatore Cesaro di FI)

I carabinieri del Ros stanno hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, Marcia Luisa Miranda, su richiesta della locale Procura distrettuale, a carico di 59 indagati accusati di numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e turbata libertà degli incanti.

L’operazione colpisce i clan “Puca”, “Verde” e “Ranucci” operanti a Sant’Antimo (Napoli) e comuni limitrofi, svelando – secondo gli investigatori – una fitta rete di ‘cointeressenze’ sia in ambito politico sia imprenditoriale.

Il senatore Luigi Cesaro (foto Ansa del 2013 di Ciro Fusco)

Il gip di Napoli che ha firmato le misure cautelari si è riservato di prendere una decisione in relazione alla posizione del senatore (di Forza Italia) Luigi Cesaro (foto), “all’esito – si legge nell’ordinanza – dell’eventuale autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ritenute rilevanti, secondo la procedura che verrà attivata da questo ufficio”. Il senatore Cesaro risulta tra le persone indagate nell’inchiesta su presunte collusioni tra camorra e politica nel Napoletano, tra Sant’Antimo e comuni limitrofi, che ha portato oggi i carabinieri del Ros a notificare 59 misure cautelari: 38 arresti in carcere, 18 ai domiciliari, due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una sospensione dai pubblici uffici.

Nell’ambito dell’operazione dei Ros sono stati arrestati anche i tre fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, per uno dei quali, Antimo, ha emesso un provvedimento cautelare in carcere. Ai domiciliari invece gli altri due fratelli, Aniello e Raffaele. L’accusa contestata è di concorso esterno in associazione mafiosa. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche diversi elementi di spicco della criminalità organizzata. Contestualmente è in fase di notifica anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro.

 Il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha commentato: «Lo Stato continua a dimostrare ogni giorno di essere più forte di ogni organizzazione criminale. Operazioni come questa, da un lato dimostrano come la mafia tenti di riorganizzarsi sul territorio, dall’altro sono la conferma che le istituzioni non indietreggiano di un solo millimetro nella lotta alla criminalità”.

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