In Venezuela la nuova Costituente ha esordito esonerando la procuratrice generale Ortega Diaz

Le forze della sicurezza venezuelana hanno circondato l’ufficio della procuratrice generale Luisa Ortega a Caracas. Una trentina di soldati della guardia nazionale sono giunti sotto il suo ufficio chiudendo ogni accesso all’edificio. Ortega su Twitter ha parlato di “assedio” arbitrario e ha diffuso le foto dei soldati.

La procuratrice generale del Venezuela Luisa Ortega Diaz (foto) é stata bloccata dalla ‘guardia nacional bolivariana’ mentre cercava di entrare nel suo ufficio a Caracas. “Sono stata spintonata, mi hanno attaccato con gli scudi per impedirmi l’ingresso nell’ufficio”, ha detto ai media la magistrata.

Luisa Ortega Diaz è stata rimossa dalla carica di procuratrice generale del Venezuela dall’assemblea Costituente appena eletta. Al suo posto è stato designato l’Ombudsman, Tarek William Saab. A proporre la rimozione è stato Diosdado Cabello, numero due del movimento che appoggia il presidente Maduro, durante la prima riunione  dell’assemblea Costituente insediata ieri a Caracas, e che ha subito dato via libera alla misura.

La decisione – ha precisato ipocritamente Cabello – non rappresenta “un linciaggio personale o politico” ma è stata presa sulla base del rispetto delle leggi e della Costituzione. In una lettera all’assemblea, il Tribunale supremo della giustizia ha però proibito alla Ortega Diaz di uscire dal paese, e ha persino bloccato inoltre il suo conto corrente.

Vescovi, temiamo una “democrazia dittatoriale”  – La Conferenza episcopale venezuelana (Cev) esprime tutta la sua gratitudine per la “vicinanza e la preoccupazione vera che ancora una volta il Papa e la Santa Sede hanno manifestato ieri”, in un appello al rispetto dei diritti umani e anche alla sospensione della nuova Costituente che sta contribuendo alla radicalizzazione della crisi in Venezuela e sta fomentando l’odio. Lo dice a Radio Vaticana il vicepresidente della Cev mons. Mario Moronta, che conferma la scarsa affluenza al voto di domenica scorsa e non nasconde il timore per l’avvento di una “democrazia dittatoriale”. Infine, rivolto alla comunità internazionale, mons. Moronta spera che se “ci saranno delle sanzioni contro il Venezuela, speriamo che siano sanzioni contro il governo e non contro la gente”. La speranza dei vescovi oggi, dopo i tanti interventi dei giorni passati, è che l’appello della Santa Sede sia accolto da tutti, governo e oppositori.

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