IL TERREMOTO IN ALBANIA/ Tra i morti (il numero sale a 47) finora accertati) anche la fidanzata del figlio del premier e i suoi familiari. Il contributo dei vigili del fuoco italiani ai soccorsi

 Si aggrava ancora il bilancio delle vittime del terremoto in Albania: secondo gli ultimi dati (dopo il ritrovamento tra le macerie dei corpi di una mamma e dei suoi tre figli), i morti accertati sono 47. Lo reso noto questa mattina il premier Edi Rama. Altri nove corpi, ha detto, sono stati estratti dalle macerie durante la notte. Tra le vittime, ha precisato Rama, ci sono anche quattro bambini di età da tre e otto anni e 17 donne. Finora si registrano 15 morti a Durazzo, 23 a Thumane e uno a Kurbin.

Ci sono anche la fidanzata del figlio del premier albanese Edi Rama, Kristi Reci di 24 anni, e la sua intera famiglia tra le vittime del terremoto che ha colpito l’Albania. Lo ha reso noto il figlio del premier, Gregor Rama, di 29 anni, in un post su Instagram. “Tra le numerose vittime di questa disgrazia c’è anche una persona vicina a me, insieme a suo fratello, alla madre e al padre”. Gregor e Kristi si frequentavano da alcuni anni.

Voglio ringraziare il popolo italiano e le sue istituzioni per il grande contributo in questa tragedia“, ha detto all’ANSA il presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta. “Il ringraziamento è doveroso non solo per le squadre altamente professionali che sono al lavoro in questo momento, ma per tutto quello che l’Italia sta facendo per affrontare questa” tragedia.

“Le nostre squadre stanno lavorando oramai interrottamente da ieri sera. E’ una situazione molto, molto difficile”, ha spiegato all’ANSA il responsabile comunicazione dei Vigili del Fuoco italiani, Luca Cari, nei pressi di una palazzina di quattro piani a Durazzo sbriciolata dal terremoto. “Qui ci sarebbero 6 dispersi: tre bambini, due donne e un uomo”, precisa Cari. Intanto, decine di familiari e conoscenti si affollano intorno alle macerie, nella drammatica attesa di buone notizie.

Il governo albanese ha annunciato oggi di aver proclamato lo Stato di emergenza a Tirana e Durazzo. Il premier Edi Rama ha spiegato che il provvedimento durerà per un periodo di 30 giorni.

“Vorrei inviare un saluto” ed esprimere “la vicinanza al caro popolo albanese che ha sofferto tanto in questo giorni“, ha detto il Papa al termine dell’udienza generale ricordando che l’Albania è stato “il primo Paese d’Europa che ho voluto visitare“. “Sono vicino alle vittime, prego per i morti, per i feriti, per le famiglie. Che il Signore benedica questo popolo al quale io voglio tanto bene”, ha sottolineato il Papa.

Alle 3.54 di martedì 26 la terra ha tremato nel nord dell’Albania. Una scossa violenta di magnitudo 6.2, avvertita anche in Italia, che ha fatto subito temere il peggio, facendo precipitare il paese nella paura e nel caos. Con il passare delle ore il bilancio delle vittime e dei danni è via via peggiorato. I feriti sono più di 600 e la città di Durazzo è sfigurata dal crollo degli edifici.

La scossa principale, a cui ne sono seguite oltre cento di assestamento avvertite in tutti i Balcani, ha avuto l’epicentro tra Shijak e Durazzo, poco lontano dalla costa, e ha fatto tremare anche la capitale Tirana, dove la gente è scesa in strada nel panico. La profondità del sisma, tra dieci e venti chilometri, secondo alcuni esperti ha scongiurato il rischio di tsunami, ma non ha risparmiato morte e distruzione. Soprattutto a Durazzo, seconda città e porto principale del Paese delle Aquile, investita nel pomeriggio anche da un’altra scossa di magnitudo 5: “E’ successo il finimondo. Gli intonaci venivano giù uno dopo l’altro, si vedevano i mattoni spuntare fuori dai muri, mi sono sentito dentro un film apocalittico”, ha raccontato Antonio Imperiale, uno dei tantissimi italiani che da tempo si sono stabiliti in Albania. La furia del sisma ha sgretolato due hotel della zona balneare, uccidendo almeno cinque persone. Altre otto, secondo alcuni testimoni, sono rimaste intrappolate tra le macerie di una villetta.

Danni ingenti e vittime anche nel villaggio di Thumana, circa quaranta chilometri a nord di Tirana, dove si registrano almeno cinque morti e sono crollate diverse palazzine. Nella vicina Kurbin un uomo è morto dopo essersi gettato dal suo palazzo in preda al panico. Per i soccorritori è scattata una corsa contro il tempo in cerca di superstiti sotto le macerie, scavando anche a mani nude. Video e foto rimbalzati sui social hanno immortalato anche normali cittadini impegnati tra i detriti, sotto gli occhi dei familiari dei dispersi che sperano. Una quarantina di persone sono state tratte in salvo. Tra loro anche un bambino, estratto miracolosamente vivo da ciò che è rimasto di un palazzo di cinque piani a Durazzo. Terrorizzato e in lacrime, con il pigiama coperto di polvere, le sue immagini hanno fatto il giro del mondo.

Il premier Edi Rama ha lanciato un appello alla “calma ed a stare vicini l’uno all’altro per affrontare questo colpo”. Ed ha visitato Thumana incontrando alcune famiglie di sfollati ospitate in tende di fortuna, visibilmente scosso. Il suo governo sta già cercando un accordo con gli alberghi di Durazzo, Kavaja e Valona per scongiurare il rischio che gli sfollati trascorrano l’inverno al freddo. In una giornata drammatica, l’Albania ha potuto almeno contare su un robusto sostegno internazionale, a partire dall’Italia.

Sergio Mattarella e Giuseppe Conte hanno parlato al telefono con Rama per esprimergli vicinanza e il premier italiano, già all’alba, ha disposto l’invio di aerei con unità speciali. Complessivamente, su input della Protezione civile, sono partiti per l’Albania oltre 200 uomini tra squadre di ricerca, unità cinofile e personale medico. Le conseguenze del sisma sono monitorate anche dalla Farnesina, che ha attivato l’Unità di crisi per individuare i connazionali in Albania che vivono nelle zone potenzialmente a rischio. Nessuno di loro sarebbe rimasto coinvolto. Per alcuni, semplicemente tanta paura ed il precipitoso rientro a casa in aereo. Paura, passaparola sui social e chiamate ai Vigili del Fuoco anche in Puglia, Basilicata e Molise subito dopo il primo terribile boato arrivato nel cuore della notte dall’altra sponda dell’Adriatico.

Commenta per primo

Lascia un commento