Il “Rosatellum” adottato come “testo base” per il dibattito sulla legge elettorale

La commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato il Rosatellum come testo base da esaminare per arrivare alla approvazione di una nuova legge elettorale. Hanno votato a favore il Pd, la Lega e Ala-Sc, Svp e Democrazia solidale. Hanno votato contro FI, il M5S, Mdp, Si, Alternativa libera. Si sono astenuti Cor (Fitto), Fdi, Ci. Assente Ap.

L’avvio del dibattito sulla legge è atteso in aula per lunedì 5 giugno. Il ‘Rosatellumprevede un sistema elettorale con l’assegnazione di metà dei seggi nel territorio nazionale in collegi uninominali, in cui vince il candidato più votato, e di metà dei seggi con metodo proporzionale in collegi plurinominali di limitate dimensioni. Ma la scelta dei candidati verrebbe sottratta agli elettori, che verrebbero invece tutti nominati.

Il deputato del Pd Fiano, nominato relatore del Rosatellum (che prende il curioso nome di sapore enologico dal nome del capogruppo del Pd Rosati – nella foto), sostiene che il suo partito è “aperto al dialogo”  tant’è che – assicura – sta incontrando tutti i gruppi, e ha riscontraro “disponibilità al dialogo”. Ora vedremo – aggiunge –  su quali punti concentrare questo dialogo”. E garantisce che il Rosatellum può trasformarsi in un sistema alla tedesca, così come auspicato da Silvio Berlusconi.

“Questa mattina – riferisce Fiano  – ho incontrato i gruppi di maggioranza e nel pomeriggio incontrerò gli altri. Stiamo facendo una discussione franca sui nodi irrisolti, un lavoro politico serio, si tratta di dare tempo al tempo”. Anche Salvini ha detto si sì a Fiano, perché – dice – è pronto ad appoggiare qualunque legge purché si vada a votare al più presto. E’ una fanfaronata ridicola, come è ovvio. Tuttavia da Di Maio (M5s) arriva un altolà: “Si vota in autunno solo se il M5S parteciperà alla scrittura della legge elettorale”, dice il vicepresidente della Camera, che critica le modalità finora seguite in Commissione alla Camera e lancia un altro avvertimento: senza avere i numeri si candidano al Vietnam del Senato. Poi l’apertura: “Noi ci siamo anche per andare a votare il prima possibile”. E sulla posizione di Salvini, disposto ad accettare qualsiasi legge purché si voti, risponde: “Allora perché si è tirato fuori dalla proposta 5 Stelle?”. Insomma un teatrino, che lascia indifferenti la maggior parte degli italiani, che, come si sa, non vivono di leggi elettorali e non credono che le elezioni risolvano i loro problemi, con questa classe politica.

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