E’ al vaglio della Procura della Repubblica di Milano il suicidio di un ragazzo di 14 anni, che si è tolto la vita il 6 settembre scorso presumibilmente dopo essersi collegato con il suo smartphone a un sito web dove si pratica il “blackout”, un macabro “gioco” che spinge i ragazzi a privarsi a lungo dell’ossigeno e consiste, appunto, nel privarsi dell’aria per periodi sempre più lunghi fino a svenire per poi riprendere conoscenza. Accertamenti sono stati già compiuti sul suo pc e sullo smartphone. Comunque la Procura ha disposto “il sequestro preventivo e d’urgenza dei siti dove vengono pubblicati video, tutorial e messaggi” che il ragazzo ha guardato prima di impiccarsi. Il sequestro è disposto “mediante ordine agli internet service provider” di inibire e rimuovere quei video con la pratica di auto-soffocamento. L’inchiesta è per istigazione al suicidio ed è coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Letizia Mocciaro.
Igor May (il nome è stato diffuso dalla famiglia, in un appello rivolto ai genitori degli adolescenti per essere il più possibile al loro fianco), arrampicatore agonistico, aveva usato una corda da roccia legata a un letto a castello.
Il ragazzo ha guardato un video sulle cinque “sfide pericolose” per “sballarsi senza droga”, che presentava tra queste anche la pratica “in voga”, si dice nello stesso filmato presente sulle più note piattaforme web, dell’auto-soffocamento. Il video ha avuto già quasi un milione di visualizzazioni sul web e il ragazzino l’avrebbe visto poco prima di morire. Il video presenta le ‘sfide’ in modo negativo, ossia sottolineando che sono ‘pericolosissime’ ma allo stesso tempo mostra cosa fare per “sballarsi senza droga”
“Si tratta ora di capire chi vi sia dietro questo macabro gioco e, soprattutto, se il ragazzo sia stato indotto psicologicamente o obbligato a compiere tale gesto estremo da qualcuno”. Lo scrivono il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Letizia Mocciaro nel decreto di sequestro preventivo d’urgenza relativo ai siti e ai video che ha guardato il ragazzino.
“Di questa pratica assurda – scrivono i pm – si era iniziato a parlare dallo scorso mese di febbraio, quando un altro 14enne venne trovato in fin di vita a Tivoli, provincia di Roma, strangolato dal cavo della sua Playstation, poi morto qualche giorno dopo all’ospedale Gemelli”.
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