Il Presidente ha concluso il suo mandato con dignità e onore. E con la fiducia in un paese migliore 

di NUCCIO FAVA* – Non è stata una settimana facile, con la sfida terribile del coronavirus e le sue varianti, la crisi per lutti e ferite ancora aperte, con un quadro politico complicato e impedito da spinte egoistiche e di corto respiro mentre servirebbero generosità e coraggio per procedere con minore affanno e con scelte lungimiranti non condizionate da preoccupazioni elettoralistiche. Sia in campo amministrativo che nelle prossime elezioni politiche. Addirittura con preoccupazioni o desiderio di elezioni anticipate che potrebbero forse portare qualche gruzzolo di voti in più ma certo non corrispondere agli interessi di fondo dell’Italia. Addirittura si contraddirebbe lo spirito del settennato del presidente Mattarella che ha operato anche nelle situazioni più difficili per assicurare un governo al paese con con la singolare ed inevitabile soluzione di due governi opposti: il Conte primo con la Lega e il secondo col Pd. Ma proprio con la saggezza politica del Quirinale si è giunti a persuadere Mario Draghi ad assumere la responsabilità dell’esecutivo portando a Palazzo Chigi una larga e complessa maggioranza che ha praticamente guidato l’Italia fino ad oggi. La competenza e l’autorevolezza di Mario Draghi ha consentito in sintonia con il Quirinale di affrontare la difficile e complessa situazione è di far fronte allo sconquasso del coronavirus con progressivi aggiustamenti apprezzati positivamente anche sul piano internazionale. Proprio in questi frangenti il presidente Mattarella è stato prezioso testimone nelle situazioni più difficili e dolorose a portare la solidarietà di tutto il paese ai lutti, al dolore, alla rabbia e alla non facile comprensione di un fenomeno terribile e sconosciuto. È stato sempre in prima linea a favore della scienza e a spingere in ogni modo la campagna di vaccinazione ribadendo in ogni sede l’insostituibilità della fiducia nella scienza, lostrumento per ridurre l’impatto drammatico del covid. Non meno rilevante l’accompagnamento degli interventi in campo economico e il rapporto decisivo con l’Europa e l’utilizzazione degli ingenti fondi assegnati al nostro paese. Anche le visite del presidente della Repubblica con gli altri paesi europei hanno riaffermato l’irrinunciabile scelta europeista  ed atlantica ponendo in rilievo anche la questione del Mediterraneo e della Libia e il tragico tema della emigrazione. Sarebbe lungo percorrere tutti i passaggi compresi gli incontri frequenti al Quirinale, specie per giovani e donne , riconoscimenti ad esponenti del volontariato , del terzo settore. Resta singolare il forte il tributo di simpatia e di riconoscenza espresso a Mattarella all’inaugurazione della Scala con con lunghissimi applausi interrottiI da continue invocazioni di bis che  esprimevano il desiderio di un prolungamento della sua presenza al Quirinale. C’è forse in questo  gesto simbolico la comprensione di tutto il settennato e il desiderio di vedere continuato lo stile e la semplicità del Presidente certo mai venuto meno all’impegno di concludere il settennato e tornare agli affetti familiari. Sicuramente doti e sensibilità umane come queste hanno radici lontane e profonde. Prima di tutto Aldo Moro, maestro indimenticabile per dottrina, intuito ed intelligenza politica ma anche la tragica lezione del fratello Piersanti assassinato a Palermo dalla mafia , e anche il professor Leopoldo Elia. Tragedie e dolori che riescono a forgiare il carattere e la maturazione di uomini coraggiosi e semplici  che sanno esprimere in ogni circostanza fermezza e amore.

*Nuccio Fava,  presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1 e del Tg3 , responsabile delle Tribune politiche Rai e coordinatore delle trasmissioni Rai sul Giubileo del 2000.

 

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