Il Papa: “Sogno un’Europa capace di integrare, dialogare e generare”

German Chancellor Angela Merkel (L) with Pope Francis during a private audience on May 6, 2016 at the Vatican. Merkel is in Rome to take part in a ceremony for the awarding of Germany's famed Charlemagne Prize to Pope Francis, given to public figures in recognition of contribution to European unity. ANSA/ ALBERTO PIZZOLI/AFP/POOL
Foto Alberto Pizzoli per l’Ansa

Papa Francesco invoca un nuovo umanesimo per l’Europa nel giorno del conferimento  del Premio Internazionale Carlo Magno 2016 alla presenza di numerose autorità, presenti  nella Sala Regia del Vaticano anche  la cancelliera tedesca Angela Merkel e il capo del governo italiano Matteo Renzi. “Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”, chiede il Papa.

Bergoglio esorta a costruire ponti e ad abbattere muri seguendo l’esempio dei Padri fondatori. E invita ad accettare “con determinazione la sfida di ‘aggiornare’ l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”.

Il Papa parla di Europa come ‘famiglia di popoli’, “lodevolmente diventata nel frattempo più ampia; ma in tempi recenti, dice, sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall’illuminato progetto architettato dai Padri. Quell’atmosfera di novità, quell’ardente desiderio di costruire l’unità paiono sempre più spenti; noi, figli di quel sogno, siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari. Tuttavia, sono convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all’anima dell’Europa e che anche le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità”.

“Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano” dice il Papa, che invoca una società in cui si possa respirare “l’aria pulita dell’onestà”.

“Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa – è l’esortazione del Papa – che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto. Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile”.

Il Papa rivolge il suo pensiero alla famiglia: “Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”.

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