Il grande timoniere deve ricominciare dallo scalda-biberon

di SERGIO SIMEONE* – In questi primi 6 mesi di governo si è andata consolidando nella mente degli italiani la seguente immagine: del duumvirato Di Maio-Salvini che regge il governo giallo-verde Di Maio è quello meno preparato, che fa spesso mosse avventate senza aver prima calcolato le conseguenze delle sue iniziative, Salvini è quello più preparato e determinato, che sa il fatto suo. Se prende una decisione sa bene  gestire le sue conseguenze. Questa è la ragione per cui, dopo il 4 marzo, si è verificato un progressivo travaso di consensi (almeno nei sondaggi) dai Cinquestelle alla Lega. La gente ha individuato in Salvini il grande timoniere che porterà con mano ferma  l’Italia fuori dai gravi problemi dai quali è travagliata. La prova massima di questa  capacità è costituita dal Decreto sicurezza. Dopo  questo decreto l’Italia si troverà in una botte di ferro, soprattutto riguardo al problema migranti.

Ebbene, se si legge il resoconto del Fatto quotidiano sulla prima applicazione del decreto Salvini questa immagine del grande timoniere ne esce ridicolizzata. Dal CARA di Isola Capo Rizzuto, riferisce Il Fatto quotidiano,  vengono espulsi 24 migranti (ripeto 24 non 24000), ma la Prefettura di Crotone (ufficio che dipende dal Ministero dell’Interno, il Ministero di Salvini per capirci) non sa come gestire questa “grave emergenza” ed è costretta a chiedere aiuto al Vescovo. Questi si attiva e di concerto con la Croce Rossa ed alcune associazioni umanitarie (quelle tanto vituperate dal grande timoniere) riesce in parte a risolvere il problema, soprattutto il più grave, quello di una famiglia con una bambina di sei mesi. È la Croce Rossa (non il ministero dell’Interno)  che provvede ad acquistare una culla da campeggio ed uno scalda-biberon. Alcuni dei 24 però, purtroppo, dormiranno all’addiaccio.

Che cosa succederà allora quando dalle strutture di accoglienza saranno espulsi in tutta Italia migliaia di migranti? Non c’è bisogno della palla di vetro per prevedere quello che succederà: i più fortunati troveranno un lavoro in nero, altri si daranno all’accattonaggio, altri si daranno a furti e rapine.

Un risultato importante però Salvini lo avrà conseguito: quei rompiscatole dei sociologi  la finiranno di dire che c’è un divario tra la percezione del pericolo criminalità (che è in aumento) e la criminalità reale (che è in diminuzione). E per di più il timoniere potrà mantenere una delle sue promesse elettorali, quella fatta alle lobbies dei venditori di armi: quando la criminalità sarà effettivamente aumentata, chi si aspetterà di essere protetto da un Ministero incapace di fornire uno scalda-biberon ad una bambina di 6 mesi? Tutti correranno a comprare delle armi.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola Cgil

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