L’ASSASSINIO DI DESIRÉE/ Oltre ai due senegalesi e al nigeriano, arrestato in Puglia il “quarto uomo” (del Gambia)

Sono diventate quattro le persone fermate per l’omicidio di Desirée Mariottini, la ragazza di 16 anni trovata morta a Roma in un palazzo abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo. Dopo i due senegalesi, irregolari in Italia, Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43, e il nigeriano di 40 anni ( tutti e tre con precedenti  per spaccio di droga) oggi è stato rintracciato il quarto uomo sospettato della morte della ragazza: è un cittadino del Gambia, rintracciato a Foggia, nel Cara  (Centro richiedenti Asilo politico) di Borgo Mezzanone ed è stato trovato in possesso di dieci chilogrammi di marijuana . L’uomo aveva anche di una pistola giocattolo. All’arrivo delle forze dell’ordine si è barricato nella baracca ed è stato necessario sfondare la porta per arrestarlo.

 I capi di imputazione sarebbero gli stessi degli altri tre: omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione di stupefacenti.

Mamadou Gara aveva un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. L’uomo si era reso irreperibile. Era stato poi rintracciato dal personale delle volanti a Roma il 22 luglio 2018 ed era stato richiesto nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico.

E spunta un testimone che all’ANSA racconta: “Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desirée stare male. Era per terra e aveva attorno 7-8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere”, racconta, dicendo di essere stato già ascoltato in Questura. Il teste riferisce anche che quella notte, attorno all’una, “qualcuno chiamò i soccorsi”.

Desirée sarebbe stata non cosciente per ore a causa di un mix micidiale di droghe e poi sarebbe stata abusata più volte da più persone. A quanto ricostruito, la 16enne avrebbe assunto droga già nel pomeriggio del 18 ottobre e avrebbe perso coscienza per poi morire nella notte del 19 ottobre. In quel lasso di tempo, mentre dallo stato di incoscienza si passava alla morte, si sarebbero consumati gli abusi.

“Ora voglio giustizia per Desirée, voglio che questa tragedia non accada ad altre”, dice Barbara Mariottini, la mamma di Desirée. “Io oggi sono felice, perché tre bestie che hanno stuprato una ragazza sono state prese, e la quarta verrà presa nei prossimi minuti”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia”, aveva detto il ministro poche ore prima.

“La tragedia di Desirée deve essere l’ultima che accade in Italia e a Roma, una città abbandonata, il degrado è evidente, morale e sociale, servono più controlli in città, servono più uomini e donne delle forze dell’ordine, soprattutto la notte”, ha dichiarato a sua volta Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vice di Berlusconi in Forza Italia.

La sindaca di Roma Virginia Raggi, a quanto si apprende, ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino in concomitanza con i funerali di Desirée Mariottini.

Un fermo immagine tratto da un video della Polizia, e ripreso dall’Ansa, mostra gli uomini fermati dalla squadra mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo

IERI LE CONTESTAZIONI A SALVINI Contestazioni, ma poi anche applausi, per Matteo Salvini a Roma, nel quartiere San Lorenzo, sul luogo dove quattro giorni fa, in una palazzina abbandonata, è morta dopo essere stata violentata una ragazza di 16 anni. Una folla di residenti, femministe e giovani dei centri sociali al grido di sciacallo sciacallo‘ e ‘fuori Salvini dai quartieri‘ ha ostacolato l’arrivo del ministro dell’Interno a via dei Lucani, dove si è recato per visitare lo stabile in cui è stato trovato il corpo di Desirée Mariottini.
Ad accoglierlo striscioni delle donne del movimento ‘Non una di meno‘: ‘«Salvini specula sulle tragedie. San Lorenzo non è la tua passerella elettorale», uno degli slogan scritti sugli striscioni, assieme a «Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano». E tra la folla sventolava anche una bandiera dell’Anpi.  Salvini ha poi lasciato via dei Lucani per motivi di sicurezza, ma, hanno riferito fonti del Viminale, il ministro non ha rinunciato alla visita nell’immobile, semplicemente non poteva fare altro visto che l’edificio è sotto sequestro. Nessun cambio di programma, dunque.

”Provo tristezza per i ragazzotti dei centri sociali che preferiscono gli spacciatori alla polizia. Loro, e chi la pensa come loro, avranno la nostra attenzione”, ha detto il ministro dell’Interno. ”Avevo una rosa rossa in macchina che avrei voluto portare se questi imbecilli fossero stati altrove” ha aggiunto rivolgendosi ad altri presenti che invece lo hanno acclamato – e, tra questi, molti cittadini che lo hanno accompagnato al grido di ‘Salvini siamo con te’ – ha comunque assicurato: “Torno per parlare con voi” e “da ministro mi impegno a tornare con la ruspa”.

Salvini è poi intervenuto a una riunione del Comitato provinciale ordine e sicurezza, presente anche la sindaca Virginia Raggi. La quale  ha precisato: “La Lega Nord probabilmente non conosce Roma. Non c’è solo San Lorenzo come quartiere difficile. Abbiamo quartieri più periferici come San Basilio, Tor Bella Monaca e Corviale, o anche meno periferici come Centocelle in cui è necessario che l’azione dello Stato sia più incisiva. Servono più forze dell’ordine, accompagnerò io stessa il ministro a conoscere Roma in modo che si possa passare finalmente dalle parole ai fatti”.

Ricordiamo che Desirée Mariottini, secondo le prime risultanze della indagine sulla sua morte,  potrebbe essere stata vittima di abusi in un momento in cui non era più cosciente. Dall’autopsia è emerso infatti che la ragazza avrebbe assunto droghe e che avrebbe avuto un rapporto sessuale. Gli investigatori della Squadra mobile di Roma in queste ore stanno sentendo diverse persone che il giorno della morte della ragazza e nei giorni precedenti hanno frequentato l’edificio abbandonato. Dalle prime informazioni emerse sembra infatti che la ragazza gravitasse nello stabile da un paio di giorni e lo avesse frequentato altre volte in passato.

Desirée è stata trovata morta nella notte tra venerdì e sabato scorsi. In un primo momento si era parlato di un decesso per overdose di una 25-30enne, probabilmente una tossicodipendente. Quella notte il 118, allertato da un anonimo, non era riuscito a entrare in quel palazzo, il cui cancello era chiuso con un lucchetto. La gente che abita lì parla di un luogo dove si spaccia abitualmente la droga. Solo dopo l’intervento dei Vigili del fuoco erano riusciti a varcare la soglia ma a quel punto la 16enne era già morta.

La testimonianza – Tra le persone ascoltate dalla polizia c’è anche un senegalese che, a ‘Storie Italiane‘, ha raccontato di essere entrato nel palazzo quella notte: “Io c’ero quella sera, dopo che è morta. Era mezzanotte, mezzanotte e mezza. Sono entrato, c’era una ragazza che urlava. Ho guardato e c’era un’altra ragazza, a letto”. “Non lo so se respirava ma sembrava già morta, le avevano messo una coperta fin su ma si vedeva la testa – ha detto ancora il testimone oculare – Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta”. Chi fosse quest’altra ragazza ancora non si sa: “Era un’italiana, penso romana – ha affermato il senegalese – diceva che era morta”.

In quell’edificio “c’erano africani e arabi: un po’ di gente”, ha proseguito la fonte, “sette persone o sei”. La ragazza che era con Desirée “urlava che l’avevano violentata e aveva preso della droga. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro”. “In quel palazzo si vende droga: cocaina, crack, eroina”, ha sottolineato il giovane senegalese, aggiungendo: “Conosco di vista quei ragazzi” di cui a quanto pare avrebbe fatto il nome alla polizia.

Resta ora da capire come Desirée sia finita lì. A quanto pare stava cercando il tablet che le avevano rubato. L’avvocato di famiglia definisce la 16enne timida, ingenua e di sicuro avrebbe avuto paura a entrare in un palazzo del genere da sola. La sera della sua scomparsa verso le 20 aveva chiamato la nonna da un numero anonimo e le aveva detto che quella sera sarebbe rimasta a dormire da un’amica. Ma perché chiamare da un numero anonimo la nonna e non dal suo cellulare? E chi era questa amica? Testimoni parlano di una coetanea, al massimo 18enne.

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