Il “giallo” Crocetta-Espresso: la Procura dice che la frase del medico contro la Borsellino non è agli atti. E lui ritira l’autosospensione

Crocetta, Lucia Borsellino e TutinoUn autentico giallo politico-giudiziario è scoppiato in Sicilia, con deflagrazione in tutta Italia, e successivi colpi di scena, sulla presunta intercettazione di una telefonata di due anni fa tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino, pubblicata dall’Espresso. Nella telefonata, così come riportata dal settimanale, il medico – che da due settimane è agli arresti per truffa – secondo quanto riporta il settimanale, avrebbe detto, in una conversazione telefonica con il presidente,  riferendosi all’allora assessore alla Sanità Lucia Borsellino, figlia del giudice Borsellino assassinato dalla mafia, con gli uomini della scorta, nel 1992 “va fermata, fatta fuori, come suo padre“. A questa frase non c’è nessuna reazione di Crocetta, c’è il silenzio. Di qui l’esplosione del caso politico con richieste di dimissioni di Crocetta e dichiarazioni di fuoco alle quali non si sottraggono né il capo del governo Matteo Renzi, né il suo uomo di fiducia in Sicilia Davide Faraone, né una serie di uomini politici, da Grillo alla Meloni ,, eccetera.

Crocetta nega di aver sentito quella frase dal suo medico, frase che appare credibile alla luce delle recenti dimissioni di  Lucia Borsellino da assessore. Il medico fa sapere di non averla mai pronunciata. Comunque Crocetta annuncia l’autosospensione dalla carica.

Ma poi arriva la smentita dal Procuratore di Palerno: quella frase non esiste agli atto dell’inchiesta su Tutino. Il direttore dell’Espresso insiste: la trascrizione è agli atti, ma è secretata.

A questo punto Crocetta, che è convinto di essere oggetto di una congiura, ritira la decisione di autosospendersi.

“La verità è che oggi sono stato ucciso”, ha detto all’AdnKronos, non nascondendo le lacrime.

Ora bisogna fare chiarezza per ristabilire tutta la verità.

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