Il freno dei Cinquestelle che costringe Conte a faticose mediazioni

di NUCCIO FAVA* – La situazione è sempre più grave e anche il nostro paese dà segni non incoraggianti . Le situazioni più pericolose restano Stati Uniti e Brasile, ma anche noi riscontriamo piccoli focolai che preoccupano. Eppure complessivamente i nostri cittadini si erano comportati bene, con sacrifici e generosità straordinari di sanitari e volontari, grande risorsa del nostro paese. Maggiore dovrebbe forse essere loro riconosciuta importanza e più efficace valorizzazione, sostegno reale e concreto attraverso anche finanziamenti più adeguati. Però i Cinquestelle governativi non si dimostrano ancora strutturalmente capaci di quel passaggio decisivo dalla iniziale condizione protestataria e ribellistica al ruolo di forza politica di governo. Prevale in loro la predilezione per lo sventolio di bandiere da esporre sul balcone delle istituzioni. Atteggiamenti che ricordano purtroppo, sia pur vagamente, l’Argentina di Peron, constatazione che stringe il cuore ma che si ha il dovere di segnalare.

Sarebbe del resto deleterio illudersi  di potersi consolare con le difficoltà e le disgrazie degli altri stati. Se ci si impegnasse tutti ad uscire da questa pericolosa gora la nostra rigenerata politica potrebbe diventare d’aiuto e di cooperazione ben più significativa in Europa e svolgere un ruolo costruttivo in una situazione mondiale sempre più carica di insidie e di pericoli. Rischiamo invece non solo l’irrilevanza ma di apparire comunque inconcludenti e rissosi o , ancor peggio, privi di credito fino al masochismo.

Doloroso, anzi dolorosissimo il caso Regeni, terribile non solo per i genitori e i tantissimi amici e cittadini che si sono generosamente mobilitati. Né pur di fronte a situazioni così lontane abbiamo sentito il dovere di una forte e chiara posizione, sulla sorte di Hong Kong e dei suoi giovani studenti, mentre restano ben presenti le esultanze dei 5stelle per la “via della seta “, affiancate sul fronte leghista dall’eccitamento salviniano per Putin nuovo zar a vita e follemente immaginato modello auspicabile per l‘Italia.

All’Italia servirebbe invece una classe dirigente ben altrimenti responsabile e seriamente consapevole degli enormi e impegnativi problemi da affrontare. A cominciare dalla scuola e dalle sfide per il mondo giovanile e le paure per il suo futuro. Ancora una volta i dati dell’Istat con le avvilenti cifre sulla occupazione (quella femminile e giovanile in particolare). Si procede invece di rinvio in rinvio, coni vertici sistematicamente aggiornati. Mentre il presidente del Consiglio affida a passeggiate per le strade del centro storico di Roma la ricerca di una crescita di consenso per Palazzo Chigi, come è accaduto con la presenza serale alla riapertura in Trastevere del glorioso cinema “America” (foto), considerato simbolo della cultura progressista.  

*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei,  è stato direttore del Tg1 e del Tg3 e delle Tribune politiche Rai            

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