Il figlio del governatore della Campania e un candidato Fd’I alle elezioni indagati per corruzione sui rifiuti dopo un’inchiesta di “Fanpage.it”

Agenti della squadra mobile e dello Sco hanno eseguito una perquisizione la scorsa notte nell’abitazione e nello studio professionale di Roberto De Luca, assessore comunale di Salerno, fratello di Piero, candidato del Pd alle elezioni politiche, e figlio del governatore della Campania Vincenzo (nella foto con i figli Roberto, a sinistra, e Piero). La perquisizione rientra nell’inchiesta della Procura di Napoli che ha indagato De Luca jr per corruzione in relazione a un video di Fanpage in cui un giornalista, che si  è  finto imprenditore del nord, gli ha proposto accordi illeciti per un appalto (inesistente). Nelle stesse ore sono state eseguite altre perquisizioni.

Con De Luca è indagato anche un candidato di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni politiche, Luciano Passariello, consigliere regionale campano,  candidato del centrodestra (per Fratelli d’Italia) all’uninominale nel collegio della Camera di Napoli-Ponticelli. Il quale due giorni fa accompagnava Giorgia Meloni in tour elettorale in Campania. Ieri è stato perquisito nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli che ipotizza i reati di corruzione, corruzione aggravata dal metodo camorristico e traffico illecito di rifiuti.

Fanpage.it è una testata diventata famosa nel 2016 per aver ripreso persone che regalavano le monete regalate davanti ai seggi delle primarie Pd di Napoli per mandare le persone a votare.

L’indagine giudiziaria prende le mosse, come si è detto, dall’inchiesta giornalistica  giornalistica sullo smaltimento dei rifiuti, il cui autore, Francesco Piccinini, direttore di Fanpage, è stato intervistato stamattina da Luca Telese e Oscar Giannino per Radio24  e ha spiegato perché anche lui…si troverebbe indagato per aver smascherato una (per ora presunta) propensione alla corruzione.

L’indagine riguarda la Sma, una società in house della Regione Campania che si occupa di bonifiche e smaltimento dei rifiuti. Per quasi sei mesi Piccinini, il videoreporter Sacha Biazzo e l’ex boss pentito di camorra Nunzio Perrella, l’uomo che 25 anni fa rivelò al pm Franco Roberti segreti sul business dei rifiuti, hanno recitato la finzione di imprenditori del settore  e si sono infiltrati negli uffici di Sma con le loro allettanti quanto inesistenti “proposte indecenti”, usando telecamerine nascoste, dalle cui riprese risulterebbe che “i camorristi chiedevano 30.000 euro per ogni camion di rifiuti da smaltire”.

Ora Piccinini – racconta a Radio 24 – si trova a sua volta indagato per quei filmati perché  la Procura è stata costretta ad anticipare la diffusione dei filmati su Fanpage.it ordinando perquisizioni nella sede dell’emittente “per la annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni”.  E inevitabilmente anche Piccinini, Biazzo e Perrella sono indagati per… induzione alla corruzione. Il che, però, sembra più un accorgimento tecnico dei magistrati inquirenti che un’accusa vera e propria: un accorgimento che dovrebbe servire a smascherare eventualmente altri politici coinvolti nella corruzione sui rifiuti.

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