di FEDERICO BETTA – Con la sua vitalità dirompente, il Festival Attraversamenti Multipli ha animato gli spazi di largo Spartaco di Roma proponendo al pubblico un programma interessante e diversificato. La settimana scorsa abbiamo assistito a una serata che ha dimostrato tutta la forza di una rassegna che fa dell’occupazione degli spazi non convenzionali il principale legame tra i lavori in scena.
Giuda, spettacolo site specific di MK, è stato allestito in un grande garage sotterraneo illuminato da una striscia di lampadine led multicolori e da un proiettore puntato su un unico attore. Il pubblico è stato coinvolto grazie a delle cuffie senza filo che lo hanno immerso in un mondo fatto di parole, suoni e musiche. Nel rapporto tra quell’audio esclusivamente privato e la messa in scena pubblica, siamo stati traportati in un contrappunto tra l’ossessiva ripetitività del performer e il paesaggio sonoro che ci ha tenuti agganciati nella preparazione di grande evento, forse un concerto. Giuda era davanti a noi, ma anche in uno spazio mobile e immenso, fatto di rimandi, pause, rotture e sospensioni. Le sue azioni erano meccaniche, come incastrate in un destino già segnato, ma quella stessa prigione, gabbia che abbiamo vissuto da spettatori nei nostri mondi sonori, era allo stesso tempo una fitta trama dalle continue possibilità. È vero, siamo sempre bloccati nei nostri spazi, nei nostri tempi, ma, questa la proposta del gruppo MK, la nostra condizione limitata, tutto ciò che ci frena, è sempre anche un’occasione di eccedenza, d’irruzione della novità.
All’aperto, tra le case popolari del quartiere, tra i ragazzi che si trovano per chiacchierare, bere qualcosa o giocare a pallone, nella stessa serata sono stati proposti altri due brevi lavori: Odissea Furiosa di Margine Operativo e Derivazione n.3, risultato di un laboratorio con alcuni giovani attori condotto da Salvo Lombardo. Nel primo spettacolo una performer, vestita completamente di nero con un casco integrale anch’esso nero, si è esibita in una danza urbana dando corpo alla rivisitazione sonora dell’Odissea di Omero: nei suoi movimenti strisciati, interrotti, sospesi, continuamente precari ha riproposto l’avventura di Ulisse legandolo al viaggio di chi rischia la vita attraversando il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Nella seconda mise en espace, i giovani partecipanti al workshop guidati dal regista, coreografo e performer Salvo Lombardo, hanno coinvolto gli spettatori in un dialogo prima improvvisato e poi sempre più serrato: lo stupore e lo sbigottimento iniziale, grazie a una serie di azioni derivanti da diverse discipline sportive, si sono presto trasformati in vero e proprio gioco condiviso costituendo una nuova grammatica della relazione pubblica.
Questi sono solo piccoli esempi di quello che è stato Attraversamenti Multipli 2018, un festival capace di fare breccia nella sonnolenta quotidianità della periferia romana, proponendo una rottura dello spazio pubblico e un modo alternativo di relazione tra spettacolo e spettatore.
Prima di darsi appuntamento al 2019, non resta che ricordare gli ultimi due appuntamenti che chiudono questa edizione: sabato 6 ottobre, nel centro storico di Calcata (VT) vi aspetta l’energico street concert dei Veeblefetzer, un intreccio di indie-folk, rock’n’roll, raggae e psycho gypsy swing in versione “duo tascabile”; e per finire domenica 7 ottobre a Faleria (VT) la performance conferenza/spettacolo Vita da artisti di Margine Operativo e Tiziano Panici.
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