I “paletti” del M5s sulla riforma della Giustizia illustrati a Draghi da Conte con le proposte su Reddito di cittadinanza e emergenza covid. L’allarme di Gratteri, De Raho e Piera Aiello

Al premier Mario Draghi, sulla giustizia, “ho fatto un discorso di chiarezza. Sulla giustizia il M5S ha una storia articolata e complessa, alcuni toni a volte hanno consentito ad altri di schiacciare l’immagine del M5S come un Movimento manettaro e giustizialista, ma noi abbiamo all’interno una solida cultura della giustizia. Non dobbiamo più lasciarci schiacciare da questa immagine. Saremo in prima linea per rivendicare con forza che il M5S è attentissimo allo stato di diritto e alla tutela del diritto”, due aspetti che passano dal concetto di “presunzione d’innocenza e dall’obiettivo di garantire una durata ragionevole del processo”. Così il capo politico in pectore del M5S Giuseppe Conte, a quanto apprende l’Adnkronos, intervenendo all’assemblea degli eletti.

“Noi oggi non difendiamo una bandiera ideologica, se l’avessimo dovuta scrivere noi” la riforma Cartabia” l’avremmo fatto diversamente, ma vogliamo dialogare all’interno dell’impianto della riforma. Tuttavia, c’è un limite che non possiamo oltrepassare”, dice Conte raccogliendo un lungo applauso dei presenti. “Non possiamo consentire che svaniscano nel nulla centinaia di migliaia di processi, il rischio è concreto e ora lo stanno comprendendo anche le altre forze politiche. Ho invitato Draghi a considerare” le conseguenze della riforma, uno dei rischi concreti, per Conte, è che “verrebbe a mancare la fiducia dei cittadini nello Stato. Ma nessuno, nessuno – rimarca – si azzardi a parlare di battaglia ideologica”.

“Ho invitato il presidente Draghi ad ascoltare gli addetti ai lavori – spiega inoltre l’ex premier riportando dell’incontro di ieri – e sono loro che condividono quella che è una nostra forte preoccupazione. Sono contento che alcune forze di maggioranza inizino a rendersi conto che il rischio” di processi “svaniti nel nulla” è “concreto”.

GOVERNO – “Continuiamo a sostenere il governo, il M5S non farà mancare il suo appoggio”, ma “dovremo farci sentire e tanto”, “assolutamente bisogna essere protagonisti, abbiamo tutte le carte in regola per farlo” afferma Conte all’assemblea congiunta degli eletti.

RDC – Quanto al reddito di cittadinanza “è un punto cardine del M5S, l’ho detto anche al presidente Draghi”. Il M5S deve “contrastare tutti gli slogan di segno contrario” adottati in questo periodo, su questo “ho avuto rassicurazioni da Draghi”.

EMERGENZA COVID – “Sull’emergenza sanitaria, a Draghi ho detto che il M5S è stato un pilastro nella lotta” al Covid, ha dato un “contributo fondamentale durante la pandemia – sottolinea il leader in pectore del M5S – Questo contributo non può venir meno e il Movimento continuerà a fare la sua parte. Abbiamo esponenti politici che mostrano fili di ambiguità per quanto riguarda il piano vaccinale, non possiamo permettercelo”.

M5S – Poi, sul M5S: “Questa stagione della rifondazione è durata molto e ha creato molta frustrazione, ma abbiamo dovuto dipanare nodi che si trascinavano da tempo”, ora “siamo in dirittura d’arrivo”. “Anche se il M5S risulta calato nei sondaggi io dico sempre che dobbiamo rispondere a 10 milioni di cittadini. Dobbiamo fare tanto, possiamo fare tanto” dice Conte.

LAVORO– Sul lavoro l’ex premier ricorda che “Nunzia Catalfo stava lavorando a una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e lavoreremo con il ministro Orlando e questa forza politica continuerà a fare proposte perché si tratta di un punto nevralgico”.

“La riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata”. Così in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 stelle in Commissione giustizia secondo i quali l’audizione di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, “è stata drammaticamente chiara”. “Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la nazione'”.

I parlamentari pentastellati proseguono: “Gratteri ha correttamente preannunciato un aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione perché con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizia’. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese”, concludono.

L’allarme di Gratteri – Con le nuove norme sulla prescrizione “il 50% dei processi anche gravi” non si celebreranno alla luce dell’improcedibilità prevista dopo due anni per l’appello e uno per la Cassazione. A lanciare l’allarme è il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ascoltato dalla commissione giustizia della Camera. Gratteri ha espresso il timore che “i 7 maxi processi che si stanno celebrando a Catanzaro per come è prevista oggi la norma saranno dichiarati improcedibili”, precisando che i processi che rischiano di non essere celebrati riguardano non solo i reati di mafia ma anche quelli contro la pubblica amministrazione.

“In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”, è il rischio connesso alle norme sulla nuova prescrizione contenute negli emendamenti del governo al disegno di legge di riforma del processo penale denunciato da Gratteri. Il riferimento è all’improcedibilità dell’azione penale prevista dalle nuove norme, dopo i tempi predeterminati per l’appello e la Cassazione, rispettivamente due anni e un anno. “Fissare una tagliola con un termine così ristretto vuol dire non assicurare che tutto venga analizzato con la dovuta attenzione”, ha aggiunto. “A questo punto sarebbe meglio tornare alle norme sulla prescrizione del reato come erano prima della riforma Bonafede, provocherebbero meno danni”.

I rilievi di De Raho alla proposta Cartabia

La nuova prescrizione, con l’improcedibilità dei reati trascorsi due anni per l’appello e uno per la Cassazione, “mina la sicurezza del Paese”, ha sostenuto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho in commissione giustizia alla Camera. “E’ un aspetto che ricade sulla sicurezza della nostra democrazia – ha spiegato – Immaginare che tanti processi verranno dichiarati improcedibili è cosa che mina la sicurezza del nostro paese”. “La giustizia non può non essere esercitata attraverso un numero di giudici sufficiente. Laddove c’è un ritardo c’è un’evidenza, ossia l’insufficienza dei giudici. Se il numero non può essere aumentato, così come le pendenze richiederebbero, bisogna ricorrere a un effetto di ‘moltiplicazione’ dei giudici, cioè riconoscere al giudice la alla possibilità di operare come giudice monocratico”. E “sono necessarie risorse alle cancellerie: in alcuni distretti inviano gli atti a distanza anche di un anno rispetto al termine previsto per le impugnazioni”, sono alcune delle considerazioni fatte da De Raho.

La difesa di Cartabia

“Ogni processo che non arriva a sentenza definitiva è una sconfitta. Quelle decine di migliaia di processi che già oggi vanno in prescrizione, non dopo la riforma ma già oggi, sono una sconfitta per lo Stato”. Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia, a Napoli nel corso di un incontro sull’Ufficio del processo al Palazzo di Giustizia. “Non possiamo più permettercelo – ha aggiunto – se la risposta arriva tardi e in tempi non ragionevoli è anche una sconfitta dello Stato. Tutti i Caino e gli Abele attendono un giudizio severo, giusto e tempestivo. Questo è quello che la Costituzione ci chiede e io non ho altre bussole”.

Piera Aiello (Misto-Idv): ‘L‘allarme Gratteri preoccupante’

“L’allarme di Gratteri sulle conseguenze della riforma Cartabia è preoccupante e non può restare inascoltato”. Così Piera Aiello, deputata di Italia dei Valori e testimone di giustizia sotto scorta commenta l’audizione in commissione giustizia della Camera del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri sulla riforma della giustizia. “E’ a rischio il 50% dei processi gravi – spiega la parlamentare- e la nuova prescrizione renderà più conveniente delinquere. Senza contare l’impatto sui procedimenti in corso istruiti dalla procura di Catanzaro. Invito tutti i miei colleghi a prendere in considerazione le sue parole e a riflettere sull’opportunità di una riforma che sembra più utile ad acconsentire alle richieste dell’Ue che a rendere la giustizia davvero efficace”.

(fonte: adnkronos)

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