Gli iscritti ai Cinquestelle a maggioranza (59,3%) decidono per il sostegno al governo Draghi (con un ministero “ecologista”). E Di Battista lascia il Movimento

di ROMANO LUSI – Gli iscritti al Movimento Cinquestelle hanno detto di sì all’invito di Beppe Grillo a sostenere in parlamento il progetto di Mario Draghi di formare il governo. Sulla piattaforma Rousseau sono stati oltre 74.537  i militanti che hanno votato tra le 10 di questa mattina e le le 18: i sì sono stati il 59,3%, i no il 40,7%. Il leader di questo 40 per cento di no, Alessandro Di Battista, due ore dopo l’ufficializzazione dell’esito della consultazione, ha annunciato che lascia il Movimento con queste parole: «Accetto la votazione ma non posso digerirla. Da tempo non sono d’accordo con le decisioni del Movimento 5 Stelle e ora non posso che farmi da parte».

E torniamo alla consultazione. Il quesito formulato (su diretta ispirazione di Grillo) dal capo politico provvisorio del Movimento, Crimi, “facilitava” l’esito positivo di quella votazione per l’appoggio al tentativo di Draghi. Questo il testo: «Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?». Proprio ieri sera Grillo “a reti unificate” aveva esultato all’annuncio (trasmesso dal presidente incaricato per bocca della  delegazione del WWF, consultata nel “pacchetto” delle “forze sociali” sentite ieri) che Draghi aveva deciso di accogliere la sua proposta di creare nel prossimo governo un “Ministero della transizione ecologica”.

Ed è stato significativo che Draghi, prima di recarsi al Quirinale per sciogliere la riserva con cui aveva accettato l’incarico, abbia atteso l’esito della consultazione degli iscritti al Movimento, che ha il più numeroso e determinante numero di deputati e di senatori in questo parlamento, benché ne abbia persi alcuni in entrambe le Camere durante i due anni e mezzo di legislatura.

E infatti stasera, appreso l’esito della votazione svoltasi sulla piattaforma Rousseau di Casaleggio, è ripartito per  l’Umbria, dove abita a Città della Pieve, rinviando a domani l’incontro ufficiale con Mattarella per accettare formalmente l’incarico e sottoporgli una lista di ministri.

 

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