Giornata mondiale contro l’omofobia. Legge ferma da tre anni

Omofobia giornata mondialeOggi, 17 maggio, si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia. L’Arcigay denuncia che nell’ultimo anno gli episodi segnalati sui mass media di questo tipo di discriminazione sono stati 104. Solo la punta dell’iceberg, spiega l’associazione. Ma in Italia, nonostante gli appelli giunti da più parti, è ancora ferma in Senato la legge, presentata da tempo, per contrastare questo fenomeno.

Il  leader di Sel Nichi Vendola ha ricordato su Facebook che esiste in Parlamento una proposta di legge (approvata in prima lettura dalla Camera) per il contrasto all’omofobia e alla transfobia che è ferma da oltre due anni e mezzo.

Il testo, che ha come prima firma quella del sottosegretario Ivan Scalfarotto (Pd), approvato dalla Camera il 20 settembre 2013, e trasmesso dopo 4 giorni a Palazzo Madama, non è nel calendario dell’Aula e non va avanti, anche se sono stati da tempo presentati gli emendamenti. In particolare hanno destato polemiche alcune proposte di modifica del senatore Carlo Giovanardi accusato dal Movimento cinque stelle di equiparare omosessualità e pedofilia.

Tra gli emendamenti ce ne sono anche alcuni del Movimento cinque stelle che propongono in caso di condanna l’obbligo di lavorare da sei mesi a un anno in un’associazione che tutela omosessuali, bisessuali, transessuali o transgender. Obiettivo: far capire meglio il mondo contro il quale si è provata tanta avversione.

Il provvedimento introduce nel nostro ordinamento il reato di discriminazione e istigazione all’odio e alla violenza omofobica. E nella legge Mancino l’aggravante di omofobia, temperata, però, dalla previsione esplicita che “non costituiscono discriminazione la libera espressione di convincimenti o opinioni riconducibili al pluralismo delle idee”, anche nel caso siano assunte in organizzazioni politiche, sindacali, culturali, religiose.

Le pene previste: Carcere fino a un anno e 6 mesi o la multa fino a 6.000 euro per commette o chi istiga a commettere atti di discriminazione per motivi fondati sull’omofobia o transfobia; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi in qualsiasi modo “istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi» fondati sull’omofobia o transfobia”; reclusione da 6 mesi a 4 anni chiunque partecipa – o presta assistenza – ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi fondati sull’omofobia o transfobia. Tali formazioni sono espressamente vietate dalla legge. La pena per coloro che le promuovono o dirigono è la reclusione da 1 a 6 anni.

Nel testo viene specificato – come si è detto – che “non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza”.

Infine è previsto che l’Istat faccia rilevazioni con cadenza almeno quadriennale sulle discriminazioni e sulla violenza, misurandone le caratteristiche fondamentali e individuando i soggetti più esposti al rischio.

MATTARELLA. Il capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia afferma che essa “offre l’occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana. La Costituzione – fa notare – richiede all’art. 2 di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Tra i compiti della Repubblica vi è quello di garantire il libero sviluppo nella vita di relazione. La non accettazione della diversità – conclude – genera violenza e per questo va contrastata”.

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