Gioco allo sfascio della Lega e di qualche presidente di Regione (come quella della Calabria) per usare il coronavirus per fare la guerra al governo Conte

di ROMANO LUSI – Un gioco allo sfascio. Contro il governo, ma sulla pelle degli italiani. Spregiudicatamente. E’ un gioco che rischia di costare caro agli italiani perché potrebbe alimentare una recrudescenza dell’epidemia da coronavirus. Lo capeggia Matteo Salvini, ma con la complicità di qualche presidente di Regione, come quella della Calabria, Jole Santelli (di Forza Italia), che, contravvenendo alle direttive contenute nel decreto adottate dal presidente del Consiglio dei ministri, ha dato il via libera per domani mattina 30 aprile, in anticipo di alcune settimane, all’apertura di bar e ristoranti, con un atto che suona sfida non solo al capo del governo ma soprattutto alle raccomandazioni del comitato scientifico alle quali Conte si è attenuto nel decidere di procedere con gradualità al passaggio dal lokdown alla «fase 2», essendovi il timore che possa esserci una nuova crescita dell’epidemia, che poi costringerebbe ad uno sconfortante ritorno alle rigide chiusure che gli italiani hanno dovuto sopportare in questi due mesi.

Queste trasgressioni, unite alle ansiose pressioni di alcune categorie di imprese e di esercizi commerciali, legittimamente in sofferenza per la crisi economica provocata dal virus, sono state irresponsabilmente incoraggiate dalla decisione di Salvini di far occupare le aule del Senato e della Camera dai gruppi parlamentari della Lega, che vi bivaccano da ieri sera per… sollecitare una relazione al parlamento da parte di Conte…già in programma per domani. Il capo leghista ha deciso questa mossa (non condivisa e quindi non imitata né da Fratelli d’Italia né da Forza Italia) di fronte al calo piuttosto netto della sua popolarità negli ultimi sondaggi di opinione e quasi in competizione con il flashmob organizzato dalla Meloni  davanti a Palazzo Chigi.

Sta di fatto, comunque, che queste iniziative rischiano di innescare disordini in seno a strati sociali legittimamente in difficoltà per la crisi provocata dall’epidemia di covid-19, esasperati anche dalle lentezze burocratiche nella elargizione degli aiuti decisi dal governo. E guai se al malessere creato dal virus si dovesse aggiungere la recrudescenza dell’epidemia paventata da comitato di virologi ed epidemiologi del comitato scientifico di riferimento del governo.

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