Francesco Boccia e la Direzione Pd: «Martina ha il mandato per trattare ancora con i Cinquestelle»

Il deputato del Partito Democratico Francesco Boccia ha commentato l’esito  della riunione della Direzione del suo partito  ai microfoni di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. E ne dà una interpretazione un po’ diversa da quella “ufficiale”.

Ecco ciò che ha dichiarato: «Quanto successo negli ultimi due mesi imponeva una discussione franca che avremmo dovuto fare prima. Però nel nostro partito molto spesso velocemente Renzi ha provato a voltar pagina senza guardarsi allo specchio. Nell’ultimo anno e mezzo c’è sempre stata una sorta di fuga dalla realtà. La discussione di ieri è stata aspra, ma dura e corretta. E utile. Alla fine, al di là di come ognuno può raccontarla, Martina è venuto fuori con un mandato pieno a rappresentare il Partito Democratico nel solco istituzionale che traccerà Mattarella. Senza limitazioni e senza preclusioni».

Boccia aggiunge: «Il discorso con i Cinquestelle è chiuso ad oggi a causa di quella improvvida e sbagliata intervista fatta da Renzi a Fazio, a seguito della quale Di Maio si è tirato indietro. Mi auguro che ci ripensi, che si possa avviare un tavolo, così come mi auguro che si possa avviare un tavolo con l’intera coalizione di centrodestra per provare a capire se ci sono le condizioni per un governo di tutti. Ma se non dovesse esserci abbiamo il dovere fino in fondo di confrontarci con il Movimento Cinque Stelle, con cui abbiamo sia punti di divergenza che di convergenza. Con la Lega di Salvini, invece, non ci unisce nulla. Un grande patto di Stato contro ogni tipo di povertà si può fare solo tra Pd e M5S. Non rinuncerò mai al dialogo e al confronto con la prima forza politica del Paese. E’ evidente, e lo hanno ribadito anche Emiliano, Orlando e Franceschini, che l’area che fa capo a Renzi avrà prodotto un’accelerazione verso il ritorno al voto. Renzi sta assecondando Di Maio nella voglia di tornare al voto. Un altro errore dopo i tanti errori fatti in questi ultimi anni».

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