FISCO/ Scoperti dalla Finanza 13mila evasori totali, di cui mille “grandi” per un ammontare di oltre 2 miliardi

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, durante la cerimonia per il 244° anniversario di fondazione della Guardia di Finanza (foto Ansa di Claudio Peri)

Due miliardi e 300 milioni, più di due milioni a testa: è quanto hanno sottratto al fisco i mille grandi evasori scoperti dalla Guardia di Finanza dal 1 gennaio del 2017 al 31 maggio di quest’anno. I Finanzieri hanno anche individuato quasi 13mila evasori totali e contestato 23mila reati fiscali. Questi dati sono stati forniti in occasione del 244° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza.

Dei 2,3 miliardi evasi dai grandi evasori, che non sono piccoli artigiani, commercianti o imprenditori ma soggetti che si avvalgono di una rete di connivenze e spesso anche della consulenza di studi tributari, più della metà – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato. I dati di quasi un anno e mezzo di attività sono stati resi noti in occasione della festa del Corpo: da gennaio 2017 sono stati scoperti anche 12.824 evasori totali, soggetti del tutto sconosciuti al fisco, che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. I finanzieri hanno inoltre portato alla luce quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – e denunciato 17mila persone, di cui 378 arrestate. Infine, sono 30.818 i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

Sotto 100mila euro 94% di cartelle e 86% di liti  – La possibilità di ‘chiudere da subito’, come dice Matteo Salvini, le cartelle sotto i 100.000 euro interessa il 94% dei crediti fiscali, in pratica delle iscrizioni a ruolo delle cartelle esattoriali in lavorazione alla fine del 2016, e l’86,4% dei ricorsi incardinati nei vari gradi della giustizia tributaria alla fine del 2017. Sono questi gli ultimi dati disponibili dalla ex Equitalia e dalla Giustizia Tributaria sull’ipotesi, avanzata oggi dal leader della Lega e vicepresidente del Consiglio, Salvini, sulla definizione dei contrasti tra fisco e contribuente fino a 100.000 euro. Il progetto è definito ‘pace fiscale‘ dal Contratto di governo che punta al ‘preventivo e definitivo smaltimento della mole di debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti’. Il governo, alla ricerca di risorse per finanziare le misure del proprio programma, starebbe accelerando su questo capitolo che era previsto nei progetti della campagna elettorale dalla Lega che l’aveva indicato come il primo provvedimento da varare.

L’operazione, che punta a liberare di molte pratiche la giustizia tributaria, rischia tuttavia di diventare un incoraggiamento all’evasione, da un lato, e, dall’altro di sovrapporsi con la “rottamazione” delle cartelle che si è appena conclusa, ma per la quale non è ancora stata versata al prima rata di luglio. La misura – è scritto espressamente nel Contratto di governo – non avrebbe una ‘finalità condonistica’, ma dovrebbe diventare ‘un efficace aiuto ai cittadini in difficoltà’. Secondo le stime della Lega, ci sarebbero circa mille miliardi di cartelle esattoriali non riscosse, e di queste il 50% sono ormai ritenute inesigibili, ma l’altra metà possono invece tradursi in entrate per lo Stato.

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