Firme false per le candidature: condannati in Veneto 7 attivisti ed eletti di Pd, Fi, Lega e Ncd

Si parla tanto dell’inchiesta sulle firme “false” o copiate  per la presentazione, nel 2012, delle candidature del M5s alle elezioni comunali di Palermo; ma per un fatto analogo avvenuto nelle amministrative del 2014 ci sono addirittura già delle condanne in Veneto che riguardano attivisti del Pd, di Forza Italia, della Lega, di Ncd  e liste civiche. L’inchiesta è stata condotta dalla Procura di Verona in seguito a un esposto del M5s. Alla fine  71 imputati hanno patteggiato pene fino a 5 mesi per aver raccolto firme in modo irregolare e, in alcuni casi, per aver falsificato gli elenchi dei sottoscrittori.

Tra gli imputati vi sono decine di consiglieri comunali, ex assessori provinciali, i sindaci del Pd di Pescantina e San Bonifacio, in provincia di Verona, e il sindaco Ncd di Pressana.

Nel caso di San Bonifacio, il sindaco Pd Giampaolo Provoli ha patteggiato una pena di 5 mesi e 19 giorni insieme ad Alberto Bozza, ex assessore provinciale di Forza Italia e ora assessore allo Sport del Comune di Verona, Luigi Frigotto, ex assessore provinciale all’Agricoltura in quota Lega (6 mesi), Alice Leso, ex consigliere provinciale del Pd, e Stfano Marzotto, sindaco di Pressana ed ex segretario provinciale dell’Udc. A Pescantina il sindaco Pd, Luigi Cadura, ha patteggiato 5 mesi e 12 giorni insieme a Carla De Beni, consigliere di amministrazione di Autobrennero, ex sindaco leghista di Affi ed ex assessore provinciale alla Viabilità, oltre agli ex consiglieri provinciali Franca Maria Rizzi del Pd e Francesca Zivelonghi di Forza Italia.

La vicenda riguarda anche i comuni di Legnago, Affi e Bussolengo, sempre in provincia di Verona, e coinvolge sia i pubblici ufficiali incaricati di verificare e garantire la regolarità delle sottoscrizioni, sia coloro che hanno materialmente raccolto le firme a sostegno delle liste.

Nel caso di San Bonifacio e Pescantina tra l’altro risultano imputati anche i candidati sindaci usciti sconfitti, tanto che lo scorso 18 novembre i deputati del M5s Francesca Businarolo e Mattia Fantinati hanno scritto al prefetto di Verona, Salvatore Mulas, chiedendo che venissero invalidate le elezioni amministrative nei due comuni in quanto “non tutte le liste avevano le firme sufficienti per essere presentate”. Tutti costoro sono rimasti in carica perché la legge Severino prevede la decadenza solo in caso di condanna superiore a sei mesi.

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