Finalmente anche Putin si è congratulato con Biden, dopo che la netta maggioranza dei “grandi elettori” (306 contro 232) hanno dato ufficialità alla sua elezione a Presidente degli Stati Uniti

Anche Putin, finalmente, ha deciso di congratularsi con Joe Biden per la  sua elezione a presidente degli Stati Uniti, sancita dal voto dei 306 «grandi elettori» espressi dai 48 stati contro i 232 andati a Trump. Nel suo telegramma Putin ha augurato al presidente eletto ogni successo e ha espresso la fiducia che la Russia e gli Stati Uniti, “che hanno una responsabilità speciale per la sicurezza e la stabilità globale”, possano, “nonostante le loro differenze”, aiutare realmente “a risolvere molti problemi e sfide che il mondo sta affrontando ora”. Il presidente russo ha osservato che, in questa prospettiva, la cooperazione russo-americana, basata sui principi di uguaglianza e di rispetto reciproco, “risponderebbe agli interessi dei popoli di entrambi i Paesi e dell’intera comunità internazionale”. “Da parte mia, sono pronto per l’interazione e i contatti con lei”, ha sottolineato il capo dello Stato russ

Il collegio elettorale americano (nella foto a lato quello del Michigan) aveva concluso, quando in Italia era già l’alba,  la sua votazione senza alcuna sorpresa o defezione, confermando la vittoria di Joe Biden con largo margine sul suo antagonista, dal momento che il quorum per essere eletto presidente è di 270 «grandi elettori». “La vittoria è chiara”, “la volontà del popolo ha prevalso”, ha detto Biden parlando alla nazione dalla sua Wilmington, invitando l’avversario a riconoscere la sconfitta.

E già si sono manifestate le prime crepe tra i repubblicani con diversi esponenti  che incoronano Biden, attenendosi al rispetto del processo costituzionale, che fino all’ultimo Trump ha tentato di contrastare inventando l’esistenza di brogli che anche i membri da lui nominati della Corte Suprema hanno decisamente negato. Tuttavia il patetico inquilino uscente dalla Casa Banca ha voluto consumare una vendetta contro il ministro della Giustizia William Barr, licenziandolo via twitter per aver onestamente negato l’esistenza di quei «brogli di massa» nell’election day inventati dal presidente uscente nell’estremo tentativo di rimanere aggrappato alla Casa Bianca. d. m.

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