Faccia a faccia sul referendum: Landini inchioda Renzi, facendogli persino chiedere scusa per la parola “accozzaglia” indirizzata ai sostenitori del NO

Landini e Renzidi LUCA DELLA MONICA – Ancora una volta Matteo Renzi è stato ospite della trasmissione “In mezz’ora” (che per l’occasione è durata un’ora) condotta da Lucia Annunziata; ma ieri ha avuto di fronte Maurizio Landini, segretario della Fiom, che non gli ha fatto passare liscia nemmeno una delle sue tirate propagandistiche, nonostante che la conduttrice provvedesse a passare la parola a Landini interponendo ogni volta una sua domanda che lo distogliesse dal replicare direttamente  alle parole truffaldine dell’interlocutore. Ma è così: i conduttori televisivi sono tutti proni al capo del governo (fingendo di dimenticare  che nei dibattiti sul referendum dovrebbe parlare solo come capo di un partito), pur ribadendo che se si parla di Costituzione… non è in gioco l’operato del governo.

Primo slogan di  Renzi: “Per 70 anni non si è fatto nulla e chi guida il fronte del No al referendum ha promesso riforme che non sono mai state fatte. L’Italia è ferma, per aiutare i poveri e il ceto medio non bisogna difendere la casta, ma bisogna fare le cose. Noi abbiamo fatto una riforma per il superamento del bicameralismo perfetto”.

La risposta di Landini: “Anche noi vogliamo le riforme. Però devono essere fatte bene. E quella su cui si vota è fatta male. E’ come a scuola: si dà il tema, poi c’è lo svolgimento. Il tema va bene. Lo svolgimento no. Anche noi siamo per il superamento del bicameralismo perfetto; ma quello contenuto nella riforma è un bicameralismo malfatto. E’ un pasticcio. Che rinvia a leggi poi da fare, con consiglieri regionali e sindaci che diventano senatori due volte al mese. Ma – se si voleva correggere il bicameralismo e realizzare davvero dei risparmi – non era meglio abolirlo del tutto il Senato?”.

Renzi si trincera dietro  la necessità della ricerca di una mediazione. Ma Landini lo incalza: “Ma quale mediazione?! La Costituzione deve unificare il paese e invece lei la sta dividendo attaccando chi non è d’accordo con lei”. “E ha chiamato accozzaglia coloro che sono per il No al referendum, offendendoli solo perché appartengono a culture e storie politiche diverse, quando il pregio della Costituzione che voi volete cambiare risiedeva proprio nel fatto che fu il frutto di una faticosa convergenza tra forze politiche diverse,  persino antagoniste o avverse tra loro, ma che perseguirono un solo obiettivo: ricostruire l’Italia stroncata dalla guerra e dal fascismo e darle delle regole che la rendessero una democrazia destinata a durare e a garantirle la pace”.

Renzi accusa il colpo e ammette di aver usato un termine di cui accenna persino a scusarsi; perciò svicola e tenta di dirottare il discorso sul fatto che quelle forze che si riconoscano nel No non potranno mai costituire un governo insieme. La replica per Landini sarebbe facile: il fatto che condividano una posizione comune sulla riforma costituzionale non significa che abbiano l’obiettivo di formare domani un governo insieme, così come la Dc e il Pci nel 1948, dopo aver approvato insieme la Costituzione, continuarono a contrastarsi duramente in parlamento e nel paese sul governo del paese. Ma l’Annunziata consente a Renzi di svicolare andando sulle cose fatte (o promesse) dal suo governo: “Sulla lotta all’evasione abbiamo fatto meglio di tutti, sulla sanità abbiamo messo 2 miliardi e per la prima volta c’è un fondo sulla povertà. In passato il sistema della formazione professionale è servito a dare una mano più ai formatori, che ai giovani”. Poi, prudentemente frena:  “Ma al referendum non si vota su questo, ma su altri temi sui quali eravate anche d’accordo”. E manda la palla in corner: “Impensabile difendere il Cnel. Capisco la solidarietà tra colleghi sindacalisti, ma difendere il Cnel è impensabile per chiunque».

“Infatti – replica Landini – sul Cnel non ho problemi, sono d’accordo sull’abolizione, ma non si può votare una riforma per cambiare una cosa di poco conto come quella, la Costituzione non può essere cambiata all’ingrosso, facendo votare oltre 40 articoli insieme”.

E allora Renzi si rifugia nell’attacco ai “vecchi politici”, accusandoli di voler difendere i privilegi di chi da decenni difende con le unghie e con i denti le proprie poltrone. Eppure c’è chi ancora chi si fida di Berlusconi e D’Alema”.

Ma il segretario della Fiom ribatte: “C’è oggi in Italia un livello di diseguaglianza sociale che non ha precedenti. Siamo un paese dove ormai metà delle persone non va più  a votare. Dopo questo referendum – ha aggiunto –  in primavera ce ne saranno altri, abbiamo raccolto tre milioni di firme per abrogare leggi sbagliate sul lavoro. Quando ci sono imprese che possono fare quello che vogliono, siamo a un capovolgimento se ora la legge tutela l’imprenditore e non il lavoratore e pensa di poter comprare e vendere e licenziare persone, siamo davanti a  un elemento che divide il Paese”.

E riferendosi alla lettera di Renzi agli italiani all’estero, Landini ricorda che “ci sono 4 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà che Renzi neanche conosce! La gente per strada non mi ferma per chiedere della riforma della Costituzione, ma dice che non ha lavoro o non può andare in pensione”. E fa un riferimento alla legge elettorale: “Personalmente trovo che se si andasse a una riforma della Costituzione con una legge elettorale che dà un potere enorme ad un partito, il mio problema, allora, è che vorrei mantentere una Costituzione in cui si possano cambiare i governi senza il rischio che mi arrivi il Trump di turno. Non vorrei che dopo gli acrobati arrivino i clown”.

1 Commento

  1. A proposito del 20 novembre 2016 -Posted by Ennio – Non so che trasmissione sia stata recensita , certo è che Landini non ne è uscito bene , semmai a me è apparso Renzi il vero vincitore, che oltretutto non ha voluto infierire sul sindacalista . Perchè i giornalisti continuano a non essere obbiettivi e a voler comportarsi come un partito politico schierato? Non lamentatevi poi se perdete lettori !

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