EX ILVA DI TARANTO/ Dopo oltre 3 ore di confronto a Palazzo Chigi i vertici dei ArcelorMittal si dichiarano disponibili a un nuovo piano industriale per l’acciaieria

Riunione fiume a Palazzo Chigi tra il governo (rappresentato dal presidente Conte e ai ministri Gualtieri e Patuanelli) e i vertici di ArcelorMittal. “I Mittal – ha

detto il premier Giuseppe Conte parlando con i cronisti al termine dell’incontro – durante questo ampio confronto si sono resi disponibili ad avviare immediatamente una interlocuzione volta a definire un percorso condiviso a Taranto“. Il premier ha parlato da parte dell’azienda di una “mutata disponibilità” ha sottolineato che c’è stata una “grande apertura”. Pur precisando: “Fermo restando che non abbiamo incassato nessun risultato”. Si apre, sottolinea, una “negoziazione che sarà faticosa, lunga, complicata, con tanti risvolti tecnici, economici, giuridici”. “L’obiettivo è un nuovo piano industriale con nuove soluzioni produttive con tecnologie ecologiche e massimo impegno nel risanamento ambientale”. Conte ha fatto sapere che il gruppo indiano sarebbe “disponibile all’interlocuzione”.

“E’ stata valutata anche la possibilità di un coinvolgimento pubblico nel nuovo progetto. Abbiamo messo subito sul tavolo il pieno coinvolgimento del sistema Italia. Abbiamo assicurato in questa prospettiva la disponibilità di un coinvolgimento anche pubblico”. “Il Governo è disponibile a sostenere questo processo“, il percorso avviato questa sera con ArcelorMittal sull’ex Ilva, “anche con misure sociali, se necessarie, in accordo con i sindacati“. Conte ha quindi sottolineato che c’è l’impegno del Governo per “il massimo livello di occupazione”

Non abbiamo discusso di scudo penale ma di come risolvere il problema del polo industriale che in prospettiva ha rilievo per l’intero sistema manifatturiero nazionale. Voi giornalisti siete interessati a quello, a me come decisore politico preoccupa molto di più e sono concentrato sull’obiettivo di ottenere un piano industriale sostenibile”.

“Chiederemo ai commissari – ha fatto sapere Conte – di acconsentire ad una breve dilazione dei termini giudiziari in modo da ottenere il rinvio dell’udienza, lasciando in pregiudicato qualsiasi diritto di difesa posponendo semplicemente l’udienza in modo da consentire che si realizzi questa interlocuzione. Siamo disponibili a concedere questo differimento a condizione che ArcelorMittal assicuri il normale funzionamento degli impianti“.

“Già ieri abbiamo lavorato intensamente in Consiglio dei ministri perché abbiamo iniziato a realizzare i primi significativi progetti per Taranto città. Lo abbiamo chiamato “cantiere Taranto” perché riguarda i cittadini che da anni soffrono e attendono risposte. Ma non può essere solo il governo, dobbiamo farlo tutti insieme. Ed è per questo che posso già ringraziare molti dei nostri campioni nazionali che si sono già prodigati a portare dei progetti che metteremo insieme ad altre misure di competenza normativa del governo. E torneremo a Taranto con un pacchetto integrato che confidiamo sia di rilancio per l’intera città”.

Intanto la Procura di Milano ha depositato l’atto di intervento nella causa civile fra il gruppo franco-indiano e i commissari del polo siderurgico (nel procedimento con cui i commissari chiedono di evitare la cessazione delle attività). “I manager esteri sostenevano che per l’attuale ‘marcia’ degli impianti (vale a dire la produzione di 6 mln di tonnellate di acciaio), la qualità delle materie prime fosse troppo alta e che occorresse utilizzarne di qualità inferiore per abbattere i costi”. E’ un passaggio della deposizione di Giuseppe Frustaci, dirigente di ArcelorMittal Italia, sentito dai Pm di Milano due giorni fa. Il verbale è riportato nell’atto di intervento della Procura nel contenzioso civile tra la multinazionale franco-indiana e l’ex Ilva.  L’ad di Arcelor Mittal Lucia Morselli “ha dichiarato ufficialmente” in un incontro “ai primi di novembre” con “i dirigenti e i quadri” che erano stati fermati “gli ordini, cessando di vendere ai clienti”. E’ un altro passaggio di un verbale. “In più riunioni tenute da settembre ad oggi sia il precedente amministratore delegato Mathieu Jehl, sia il nuovo amministratore delegato Lucia Morselli, hanno dichiarato che la società aveva esaurito la finanza dedicata all’operazione” di affitto con obbligo di acquisto dell’ex Ilva. Lo ha messo a verbale un dirigente della stessa Ilva  sentito come testimone dai pm di Milano lo scorso 18 novembre.

“Evidentemente lo stato di crisi di ArcelorMittal Italia, essendovi pericolo di diminuzione delle garanzie patrimoniali per il risarcimento di eventuali danni, rende ancor più necessaria ed urgente una pronuncia giudiziale che imponga alle affittuarie” dell’ex Ilva “di astenersi dalla fermata degli impianti e di adempiere fedelmente e in buona fede alle obbligazioni assunte”. Lo si legge nell’atto di intervento della procura di Milano nella causa civile tra ArcelorMittal e l’ex Ilva. Secondo la Procura di Milano “la vera causa della disdetta” del contratto d’affitto dell’ex Ilva da parte di ArcelorMittal è “riconducibile alla crisi di impresa” della multinazionale franco-indiana ed alla conseguente volontà di disimpegno dell’imprenditore estero e non è invece il “venir meno del così detto scudo ambientale abrogato” utilizzato come motivo “pretestuosamente”.

Uno scambio di atti istruttori è avvenuto tra le Procure di Taranto e Milano che hanno avviato indagini parallele sul caso ArcelorMittal. Lo riferiscono fonti giudiziarie, aggiungendo che “c’è pieno coordinamento e piena sintonia tra le due Procure nell’ambito dei rispettivi filoni investigativi. Non c’è alcun conflitto”. L’indagine milanese ipotizza i reati di distrazione di beni dal fallimento e di aggiotaggio informativo, oltre ad un fascicolo autonomo per omessa dichiarazione dei redditi su una società lussemburghese di ArcelorMittal. La Procura di Taranto indaga per i reati di Distruzione di mezzi di produzione e Appropriazione indebita.

“C’è massima collaborazione fra la Procura di Milano e quella di Taranto”, ha detto il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli che con i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici coordina l’inchiesta con al centro la richiesta di recesso del contratto di affitto dell’ex Ilva da parte di ArcelorMittal, su cui è aperto, sotto profili diversi, un fascicolo anche dalla magistratura tarantina. Insomma nessuno scontro, ma una cooperazione con anche scambio di informazioni.

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