EUROPA LEAGUE/ Vola ai quarti solo la Lazio che espugna Kiev. Al Milan non riesce l’impresa in terra britannica contro l’Arsenal: rossoneri penalizzati dall’arbitro

di FABIO CAMILLACCI/ Rispetto alla Champions, dove dagli ottavi di finale portiamo ai quarti due squadre su due (Juventus e Roma), in Europa League il bilancio è agrodolce: passa soltanto la Lazio, al Milan l’impresa. A Londra però gli eurodolori del giovane Milan prendono forma nel modo più strano: per oltre un’ora i rossoneri lottano, giocano alla pari con l’Arsenal e annusano la possibilità di ribaltare lo 0-2 subito al Meazza nel match d’andata. Poi crollano e salutano l’Europa. Avanza la banda Wenger. All’Emirates Stadium i Gunners vincono ancora: sempre con due gol di scarto ma stavolta per 3-1. Ma tra la gara di andata e quella di ritorno c’è una bella differenza. E la differenza, stavolta, la fanno soprattutto i jolly: il Diavolo lo pesca per primo con il missile di Calhanoglu che sblocca dopo 35′, poi l’Arsenal si riscatta pescando dal mazzo la carta che non ti aspetti con un rigore trasformato da Welbeck ma letteralmente inventato dal signor Stefan Johannesson, addizionale dell’arbitro Eriksson. Le speranze milaniste i padroni di casa le spengono del tutto pescando il secondo jolly al 26′ della ripresa: pasticcio di Donnarumma su tiro di Xhaka. Il tris di Welbeck arriva nel finale quando la squadra di Gattuso ha già alzato bandiera bianca. Passa la squadra tecnicamente superiore, esce quella più impreparata quanto ad esperienza internazionale. Sembra un paradosso guardando la ricca bacheca internazionale del Milan (7 Champions) ma oggi è così alla luce dell’organico.

Uniche note liete in casa rossonera. Le buone notizie per Gattuso arrivano dall’atteggiamento del suo Milan. Per 70 minuti infatti il 4-4-2 allestito per provare a sfondare con le due punte crea difficoltà all’Arsenal (che perde quasi subito Koscielny per infortunio, dentro Chambers a fare il centrale). I rossoneri faticano a trovare spazi nei primi venti minuti, anche se André Silva sfiora il gol dopo 40 secondi , poi alzano i ritmi e cercano con insistenza Cutrone e il portoghese in verticale, tenuti in piedi anche da un ottimo Donnarumma, formato paratutto fino all’erroraccio sul 2-1 di Xhaka nel secondo tempo. Rino si gode la buona prestazione di Calhanoglu, deludente all’andata e ispirato a Londra: il suo bellissimo destro dai 30 metri aveva dato slancio ai compagni. Anche stavolta, i Gunners fanno valere le grandi capacità di palleggio, ma rischiano di passare ancora in svantaggio (dal sinistro di Suso e da Cutrone, in acrobazia, le occasioni migliori del Milan) prima di indirizzare la gara sui binari giusti.

Lazio a testa alta in Ucraina. La formazione di Simone Inzaghi strappa la qualificazione alla Dinamo Kiev vincendo in terra ucraina. Il gol di Lucas Leiva a metà primo tempo orienta subito il verdetto degli ottavi dopo il 2-2 dell’Olimpico. La Lazio domina all’inseguimento del raddoppio. Brilla Felipe Anderson, mina vagante nelle trame offensive laziali. Il raddoppio arriva al 38’ della ripresa con l’olandese De Vrij (promesso sposo dell’Inter per la prossima stagione e indagato dalla Procura anti-doping per questioni burocratiche) che chiude definitivamente i conti ed esalta la prova di grande personalità della Lazio. Peraltro, i biancocelesti infliggono alla Dinamo la prima sconfitta casalinga di questa stagione. Venerdi a Nyon il sorteggio per gli abbinamenti dei quarti di Champions ed Europa League.

 

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