“Il fatto non sussiste”: con questa motivazione è stato assolto dal Tribunale di Torino lo scrittore Erri De Luca, imputato di istigazione a delinquere per aver detto che la Tav ‘va sabotata’. Una posizione difesa da De Luca affermando che il termine sabotare “è stato praticato da figure come Ghandi e Mandela”. La sentenza è stata accolta dagli applausi dei numerosi No Tav presenti.
Conferma e rilancio. Nelle dichiarazioni spontanee rilasciate prima della sentenza Erri De Luca aveva detto: ” Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua. Anche se non fossi io lo scrittore incriminato – ha aggiunto – sarei comunque qui dove si sta compiendo un esperimento, un tentativo di mettere a tacere parole contrarie”. Lo scrittore ha quindi detto di sentirsi “parte lesa” nei confronti “di ogni volontà di censura e sono in quest’aula per sapere se il capo d’accusa invaliderà l’articolo 21 della Costituzione”. “Ciò che è costituzionale – ha proseguito – si decide e difende in luoghi pubblici come questo, come le scuole, le prigioni, i luoghi di lavoro, le frontiere attraversate dai richiedenti asilo. Si decide al piano terra della società”. Quanto alle accuse, De Luca ha osservato: “sono incriminato per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Ghandi e Mandela, e democratico. Sono disposto a subire la condanna penale – aveva concluso – ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. Si incrimina il sostegno verbale a un’azione simbolica”.
Il pm Antonio Rinaudo, che con il collega Andrea Padalino ha condotto le indagini, aveva chiesto una condanna a 8 mesi di reclusione con le attenuanti generiche perché “con la forza delle sue parole ha sicuramente incitato a commettere reati”. “Sono un testimone della volontà di censura della parola, questa sentenza sarà un messaggio sulla libertà di espressione”, ha sostenuto nelle scorse settimane De Luca, difeso dall’avvocato Gianluca Vitale. “Questo non è un processo al sottoscritto, ma alla libertà di pensiero nel nostro Paese”, ha ancora sostenuto De Luca, che nei giorni scorsi si è detto disposto anche al carcere pur di difendere le sue parole. Molti gli intellettuali che nel corso del processo si sono schierati al fianco dello scrittore, diventato il simbolo della lotta No Tav.
L’avvocato Alberto Mittone, legale di Ltf, la società italo-francese che si è occupata del progetto e delle opere preparatorie della Torino-Lione che nel settembre 2013 aveva denunciato Erri De Luca per le interviste in cui sosteneva che la Tav Torino-Lione “va sabotata”. Ora commenta così la sentenza: “Rispettiamo la decisione del giudice, non ne faremo una battaglia campale, ma nei momenti di tensione sociale ci sono dei limiti che soprattutto gli intellettuali dovrebbero rispettare”.
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