Era stato derubato 38 volte il gommista che in Toscana ha ucciso il ladro, colpendolo alla gamba. Ne aveva parlato anche in tv

Il caso ha voluto che sia accaduto proprio nel giorno in cui il Decreto Sicurezza è diventato legge. Ed è diventato subito un caso “da manuale”, come si suol dire. E con le reazioni prevedibili e comprensibili: solidarietà con il protagonista e una medaglia sul petto dell’uomo che ha dato il suo nome a quel decreto.  Il fatto – che ha conquistato automaticamente l’apertura di tutti i telegiornali, i giornali radio e i siti web (compreso il nostro) – è stato così ricostruito: svegliato   dal rumore di vetri infranti del suo negozio, il titolare è sceso al piano inferiore e ha sparato contro i due uomini entrati nei suoi locali. Ha puntato alle gambe degli intrusi: ma un colpo  ha reciso l’arteria femorale di uno dei due, un moldavo di 29 anni, che si è accasciato a terra ed è morto dissanguato.

Ma ciò non è accaduto in un un luogo qualsiasi: è accaduto in piena notte (poco prima delle 4 di questa mattina) a Monte San Savino (Arezzo) nella sede della ditta di un gommista, Fredy Pacini, 57 anni, che da tempo dorme nel capannone armato di pistola (regolarmente denunciata) per difendersi dai ladri, che vi sono entrati  ben 38 (trentotto) volte per derubarlo. La vittima è uno straniero, un  29enne di origine moldava.

Fredy Pacini, 57 anni, dopo aver subito 38 furti negli ultimi anni, da tempo aveva l’abitudine di dormire dentro il capannone della sua rivendita di gomme e bici, per difendere la sua proprietà e aveva raccontato anche in programmi televisivi la sua storia e i motivi della sua esasperazione. Ora è indagato – così impongono il codice e la prassi – a piede libero per eccesso colposo di legittima difesa.

Fredy Pacini, ascoltato dal pm di turno della Procura di Arezzo, ha spiegato che era nel pieno del sonno quando è stato svegliato dal rumore dei vetri di una finestra che erano stati infranti con una mazza. A quel punto è quindi sceso al piano di sotto del magazzino e ha sparato d’istinto contro Vitalie Tonjoc, classe 1989 (foto a lato), colpendolo agli arti inferiori, mentre il complice riusciva a darsela a gambe. Subito dopo Pacini ha chiamato i carabinieri per avvertirli dell’accaduto.

I militari hanno rinvenuto all’ingresso del capannone del gommista la mazza adoperata dai ladri per spaccare il vetro e penetrare all’interno. La vittima non risulterebbe con precedenti penali. E’ stato identificato  dal passaporto che aveva addosso. Il pm ha disposto una serie di accertamenti diagnostici e scientifici sulla salma, compreso il rilievo delle impronte digitali. Mentre l’autopsia si terrà venerdì prossimo. Lo stesso giorno il pm Andrea Claudiani interrogherà Pacini.

“Pacini ovviamente è costernato e dispiaciuto per quanto accaduto”, ha detto all’AdnKronos il suo avvocato, Alessandra Cheli, difensore del 57enne. L’iscrizione nel registro degli indagati di Pacini, ha spiegato l’avvocato Cheli, è un “atto dovuto e giusto perché c’è da accertare un fatto, ci sono delle indagini in corso. L’indagine è doverosa e si attendono le risultanze con assoluta serenità”. Pacini, in accordo con l’avvocato Cheli e il suo collega Giacomo Chiuchini che, insieme, compongono il collegio difensivo, ha chiesto di essere interrogato dal pm titolare del fascicolo di indagine. “Per rispetto delle istituzioni e dell’autorità giudiziaria, in attesa di rendere l’interrogatorio” Pacini non rilascerà dichiarazioni personalmente alla stampa e ai mezzi di informazione, ha precisato Cheli. Il gommista ha ringraziato, tramite il suo legale, “tutti coloro che hanno espresso solidarietà e vicinanza”.

La vicenda di Pacini è apparsa più volte di recente nelle cronache nazionali e in tv. Da quattro anni, dopo i primi furti, si era trasferito dalla sua casa, che si trova nel centro del paese,  nel capannone dove lavora: “Dormo qui perché voglio sorvegliare personalmente l’azienda dai ladri”, aveva detto il gommista. Il precedente tentativo di furto era stato lo scorso marzo: “Li ho visti con il maglione a collo alto e un cappellino calato sulla faccia. Quando hanno capito che c’ero io sono scappati ma sto vivendo in un incubo – raccontò allora Pacini – La mia vita è stata stravolta, sto qui dentro tutto l’anno, per me non esistono ferie, non esistono vacanze. Solo qui dentro. E’ dura per me e per la mia famiglia. Solo nel 2014 ho stimato furti per oltre 200mila euro, fra biciclette e gomme”.

Fredy, così racconta chi lo conosce bene, ha due soli interessi nella vita: il lavoro e la famiglia. E’ sposato e con due figlie, una maestra e l’altra lavora con lui nella ditta. E’ una persona rispettata e da tutti conosciuta a Monte San Savino, anche per le sue recenti traversie legate ai continui raid ladreschi. Secondo i suoi legali, la reazione di Pacini va inquadrata in uno stato psicologico “dirompente”, un commerciante che da tempo viveva “una situazione insostenibile”, dopo ben 38 tra furti tentati e realizzati, non tutti però denunciati alle forze dell’ordine. Per Fredy sono giorni “terribili”, peraltro con il suocero ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Infatti la scorsa notte sua moglie non era con lui nella casa sopra il magazzino, perché era al capezzale del padre.

Ovviamente tra i primi a commentare la vicenda è stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: ”Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa – ha annunciato -. Entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”. Il titolare del Viminale ha poi telefonato al commerciante per rappresentargli “la vicinanza delle istituzioni”, ma ha parlato solo con il suo legale perché, stando a quanto riferito dall’avvocato Cheli, “Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro perché è troppo scosso”.

 Solidarietà e vicinanza a Pacini sono state espresse anche da Franco Birolo, l’ex tabaccaio di Cive’ di Correzzola (Padova) che fu condannato in primo grado e poi assolto per l’omicidio di un ragazzo moldavo che aveva tentato un furto nel suo negozio il 26 aprile 2012: “Mi auguro – ha detto all’Adnkronos – che il gommista possa beneficiare delle modifiche sulla legittima difesa, se saranno operative, e che non stia nella gogna per sei-sette anni come lo sono stato io”. Vicino a Pacini si è detto anche Graziano Stacchio , il benzinaio di Ponte di Nanto, nel vicentino, che il 3 febbraio 2015 ha sparato contro i rapinatori che avevano assaltato una gioielleria vicina alla sua pompa di benzina. “Mi dispiace moltissimo – ha commentato all’Adnkronos – sono vicino col cuore, veramente, al gommista di Arezzo”.

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