Elezioni USA: nel riconteggio dei voti (ancora in corso) Biden è alla soglia record degli 80 milioni di voti contro i 73 milioni di Trump (che potrà vantare il record per un candidato perdente)

Joe Biden si appresta a raggiungere la soglia degli 80 milioni di voti ricevuti durante l’ultima elezione presidenziale negli Usa. Si tratta di un record, così come è da record l’affluenza elettorale, pari al 65% degli aventi diritto, un numero che non si registrava dal 1908.E devono ancora aggiungersi Stati come la California e New York, i quali non hanno ancora finito di contare tutte le schede elettorali.

Anche Donald Trump può vantare un record di voti per un candidato perdente: oltre 73 milioni e mezzo di preferenze.

Ma il sistema elettorale degli Stati Uniti, come abbiano più volte ricordato in queste settimane, provoca “stranezze” ancor più macroscopiche, come quella che avvenne nelle elezioni di 4 anni fa, quando addirittura Hillary Clinton ottenne un milione e mezzo di voti in più di Trump, ma fu quest’ultimo ad essere eletto. Motivo: la elezione del presidente Usa è una elezione di “secondo grado”, cioè a nominarlo sono i “grandi elettori” dei vari stati, e in ciascuno stato si aggiudica tutti i “grandi elettori” il candidato che prende anche un solo voto in più degli altri candidati, ma ciascuno stato esprime un numero di grandi elettori diverso, in proporzione  alla popolazione. Pertanto se (per esempio) il candidato A vince in California per un solo voto sul diretto antagonista guadagna 20 “grandi elettori”, mentre il candidato B, diretto concorrente, vince in tre stati con largissimo distacco di voti in tre stati, che però esprimono solo 2 “grandi elettori” a testa, è ovvio che il candidato A avrà la meglio benché in voti assoluti il candidato B sia in vantaggio di voti.

 

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