E’ morto lo scrittore Roberto Gervaso, celebre per i dissacranti aforismi con cui distillava la sua ironia nelle rubriche giornalistiche

Roberto Gervaso in occasione della presentazione al ministero della Salute del libro “Il male (in)curabile. I progressi nella lotta contro il cancro e il nuovo ruolo della comunicazione” (foto Ansa di Fabio Campana)

E’ morto oggi a Milano, dopo una lunga malattia, il giornalista e scrittore Roberto Gervaso, autore di celebri volumi divulgativi sulla storia d’Italia firmati con Indro Montanelli. Avrebbe compiuto 83 anni il 9 luglio, essendo nato quel giorno del 1937 a Roma. Lascia la moglie Vittoria e la figlia Veronica, giornalista del Tg5, che ha scritto su facebook: “Sei stato il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. E io ho avuto la fortuna di essere tua figlia. Sono sicura che racconterai i tuoi splendidi aforismi anche lassù. Io ti porterò sempre con me. Addio“.

Autore di numerose biografie – come quella di Cagliostro (edita da Rizzoli), che gli valse il premio Premio Bancarella nel 1973, e quelle di Nerone, della Monaca di Monza, di Claretta Petacci –  Gervaso collaborò a lungo con Indro Montanelli, soprattutto per i primi volumi della Storia d’Italia, quelli che vanno dal Medioevo al Settecento. Ma la sua vena ironica si eseecitava soprattutto nei titoli di altri celebri libri dedicati al rapporto di coppia: ‘La vita è troppo bella per viverla in due (breve corso di educazione cinica)’ e ‘L’amore è eterno finché dura‘.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire alla moglie e alla figlia di Roberto Gervaso le sue condoglianze per la scomparsa di “un uomo di finissima cultura, protagonista, per lunghi anni, del giornalismo e della vita culturale del nostro Paese”. Di lui parla anche Silvio Berlusconi con queste parole: “Roberto era un amico sincero e generoso, un grande scrittore ma soprattutto un uomo libero. Un uomo con il coraggio delle sue opinioni controcorrente, sempre garbato e signorile, colto e documentato”.

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