E’ morto a 91 Jean-Louis Trintignant, una star del cinema francese, protagonista di tanti film, uno dei quali in Italia ha avuto il più grande successo di pubblico per la sua interpretazione, in coppia con Vittorio Gassaman, del “Sorpasso”, regìa di Dino Risi (foto a destra). Aveva compiuto 91 anni a dicembre
Nato nel piccolissimo comune francese di Piolenc in Provenza, ha avuto una carriera lunga oltre 70 anni, la cui vita privata è stata segnata da molti drammi, primo fra tutti quello della morte violenta della figlia Marie, uccisa dal compagno Bertrand Cantat nel 2003. Si era ufficialmente ritirato dalle scene nel 2018, annunciando di dover combattere contro un tumore che gli succhiava le forze. “Nei primi giorni ho deciso di combattere – aveva detto – ma poi sono diventato un po’ pigro..”. Invece nel 2019 aveva ceduto al richiamo del vecchio amico Claude Lelouch per tornare a fare coppia con Anouk Aimé e per l’atteso ritorno dei personaggi di “Un uomo e una donna” che nel 1966 furono premiati con la Palma d’oro e gli diedero il successo mondiale. Il festival di Cannes ha applaudito “I Migliori anni della nostra vita”, a metà fra finzione e confessione pubblica, ma c’era un po’ di tristezza nascosta dal luccichio dei flash sul tappeto rosso.
Figlio e nipote di una famiglia di piloti da corsa, non fa mistero delle sue simpatie socialiste: milita nella Resistenza e poi sarà sindaco del paese. La madre è una robusta signora della piccola borghesia, protagonista di una storia d’amore con un soldato tedesco che segnerà i rapporti col marito e la prima infanzia del figlio, che assiste ai litigi dei genitori e viene spesso costretto a vestirsi da donna per accondiscendere al desiderio della madre che voleva una figlia dopo il primogenito.
In teatro ha recitato tragedia e commedia, declamato Prévert almeno 2000 volte, superato tutti gli interpreti della sua generazione ed è rimasto nel cuore degli spettatori per film memorabili. Oltre “Il sorpasso” e “Un uomo e una donna” non si possono dimenticare almeno: “Z – l’orgia del potere“, “Metti una sera a cena“, “La mia notte con Maud“, “Il conformista“, “La donna della domenica“, “Il deserto dei tartari“, “La terrazza“, “Finalmente domenica“, “Film rosso” fino al dittico finale “Amour” e “Happy end“, confermando a piu’ riprese un amore reciproco con il cinema italiano.
Ma la costante è quel tratto sommesso, malinconico e gentile che sono la sua cifra più ricorrente. Costa Gavras gli mise addirittura un paio di occhiali scuri in “Z” per accentuare il tratto felicemente ordinario della sua presenza. E alla fine si pentì perché in fin troppe scene Trintignant sembrava sparire dallo schermo, intimidito tra la folla. Ma è proprio questo ad attrarre l’attore: un modo di essere che non appare, che non si fa notare e per questo lo fa diventare intimo con lo spettatore. E vinse il premio a Cannes. Trintignant non amava il glamour, i premi, il gossip e anche per questo si è sempre riconosciuto in registi come Lelouch (che attira su di sé l’attenzione) o la sua prima moglie, Nadine, che era la sua prima complice. (Fonte: servizio Ansa di GIORGIO GOSETTI)
Commenta per primo